Decidere di effettuare la prima visita ad un Osservatorio Astronomico in una fredda sera d’inverno è stata una scelta piuttosto opportuna.
L’aria tersa e frizzante ha regalato una vista mozzafiato sia verso le luci della Città di Torino sottostante, sia dello scenario che sovrastava le teste dei partecipanti.
Guidati dalle abili parole dell’Astronomo Walter Ferreri, ci siamo radunati nella torre dell’Osservatorio sistemandoci intorno al telescopio che, mosso da un motorino, si muove lentamente seguendo la Luna.
Ogni visita notturna, che dura circa 75 minuti, è interamente dedicata all’osservazione di due o tre oggetti celesti che vengono scelti in base alla stagione ed alla fase lunare.
In quella notte incantata la sorte mi ha baciata regalandomi la limpida visione di tre astri, uno più suggestivo dell’altro.
La Luna, distante dalla Terra “solamente” 400.000 chilometri, si presenta in tutta la sua bellezza con i suoi 30.000 crateri, talmente vicina attraverso la lente del telescopio che sembra di poterla toccare.
A noi sulla Terra, mostra sempre lo stesso lato poiché il moto di rotazione della Luna è il movimento che compie intorno all’asse lunare nello stesso senso della rotazione terrestre ma anche perché il satellite pare abbia un lato più pesante dell’altro a causa delle numerose collisioni che subisce, inglobando materiali di varia natura e venendo così attirato dalla forza gravitazionale terrestre.
Giove, è il quinto pianeta del sistema solare ed il più grande di tutto il sistema planetario.
Molto lontano dalla Terra, appare come un piccolo cerchio bianco sovrastato in diagonale da una striscia che appare e scompare. Sembra che sia dovuta alla coltre nuvolosa che lo circonda che si disfa per opera del movimento veloce del pianeta. Poco distanti da lui, si vedono alcuni satelliti.
Infine, le Pleiadi. Ammasso stellare molto luminoso a 440 anni luce da noi che raggruppa diverse stelle, situato nella costellazione del Toro.
Conosciute anche come le “Sette sorelle” perché ad occhio nudo è possibile, appunto, vederne sette, tanto che anticamente venivano usate per effettuare l’esame della vista. Se si riusciva a vederne sette, si aveva una visione eccellente.
La presenza delle Pleiadi nell’emisfero boreale in inverno ed in quello australe in estate, le ha rese note ed importanti in molte culture.
Per i Maori il loro sorgere ad Oriente indica l’inizio del nuovo anno a giugno. Secondo la mitologia greca, erano sette
ninfe delle montagne, figlie di Atlante e Pleione. In Giappone sono conosciute come Subaru, nome che noi associamo alla nota casa automobilistica.Secondo l’astrologia indiana le Pleiadi erano chiamate “le stelle del fuoco” e la loro divinità è individuata nel dio vedico Agni, il dio del fuoco sacro. Sono associate alla rabbia ed alla testardaggine
La tradizione fa risalire l’origine dell’Osservatorio Astronomico di Torino al 1759, quando il re Vittorio Amedeo III di Savoia diede a Giovanni Battista Beccaria l’incarico di determinare l’arco di meridiano locale, ovvero il “Gradus Taurinensis”. Gli strumenti astronomici usati per queste misurazioni diventarono il primo nucleo dell’Osservatorio, che a quel tempo era situato a Palazzo Madama, in centro città. Lì rimase fino al 1912, quando venne spostato sulla collina di Pino Torinese. La scuola astronomica di Torino iniziò con lo studio della meccanica celeste formulata da Joseph Louis Lagrange, che fondò l’Accademia delle Scienze di Torino. L’Astrometria classica, la Geodesia e la Planetologia costituirono il principale campo di attività astronomico a Torino per molto tempo, fino al 20° secolo.
Le visite vanno prenotate ed il tempo di attesa è, normalmente, di due mesi. E’ possibile effettuare le prenotazione sul sito web www.oato.inaf.it o chiamando il numero 011 8101925.
Sul sito è possibile trovare anche tutte le informazioni per raggiungere l’Osservatorio.