Viagra come se piovesse, il riscatto di Piacenza

Creato il 16 novembre 2013 da Margheritapugliese

Finalmente il momento è arrivato. Da tempo Piacenza sperava di poter vantare un glorioso primato. Eccolo: la provincia più a Nord dell’Emilia è la capitale italiana del Viagra.  A noi piacentini in questi anni ne hanno dette di tutti i colori: “Siete la periferia della regione”, “un popolo di confine”, “non siete né emiliani né lombardi”. E giù con gli sfottò: “Ma oltre alla nebbia c’è qualcos’altro dalle vostre parti”? Finalmente alle malelingue possiamo opporre un primato che ci gratifica: a quindici anni dall’ingresso sul mercato della pillola blu – che ha fatto la felicità di molti – Piacenza ne vanta il maggior consumo. Dietro di noi i riminesi, quindi i livornesi. E’ il momento del riscatto.

Ci piace pensare che il frequente ricorso al Viagra sia più per focosità che per necessità. Certamente attesta che dalle nostre parti sappiamo anche coccolarci. E non è solo una questione di buon cibo. Il che basta, di per sé, a renderci in qualche modo orgogliosi. Se Bologna a ottobre si è guadagnata il titolo di città dell’amore – per investimenti in condom e oggetti di piacere – Piacenza compete con le sue pilloline.

Qualcuno nei giorni scorsi si è quasi vergognato, ma noi vogliamo gridarlo forte: siamo i più focosi d’Italia. E tanto ci basta. Del tema si è occupata diffusamente La Batusa, noto blog di Piacenza (http://labatusa.wordpress.com/), che ha pure intervistato un maxiesperto di Viagra. Il ‘tecnico’ consiglia – nei casi senza speranza – di grattugiare la pasticca dei miracoli al posto del parmigiano, oppure tipo noce moscata. Un modo un po’ forzato per regalarsi una notte da favola. Ma in amore tutto è lecito. Ah dimenticavo: la casa madre, la Pfizer, ha annunciato proprio in questi giorni l’arrivo sul mercato del Viagra in edizione Oro: una pastiglia di nuova generazione che si scioglie in bocca in pochi secondi e comincia a funzionare entro 12 minuti. Piacentini è tornato il momento di dimostrare chi siamo. Cardiopatici e dipendenti state attenti: non è una Vigorsol.

 Filippo Manvuller


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