Non sono le tante parole a farci abitare il mondo, ma le parole custodite.
E anche il nostro essere in relazione con gli altri nasce dalla capacità di custodire la parola, di farla abitare in noi attraverso lo spazio bianco, il tempo della memoria e soprattutto il silenzio, che ci permette di aprirci alla dimensione trascendentale del mondo.
La parola che non ha possibilità di risuonare in noi, di lasciarvi una sua traccia, è una parola perduta, smarrita, vanificata.
Questo è il messaggio del libro di Faustino Ferrari , religioso della congregazione dei Padri Maristi.
I brevi racconti, che l'autore propone, rimandano a diverse esperienze spirituali: la necessità di compiere quei passaggi che segnano l’esistenza in profondità, l’esperienza del cammino, legata a immagini di cambiamento, cesure, simboli.
Tutte che ricordano come l’intera vicenda umana possa essere letta come un perenne andare oltre.
La laconicità delle storie, una differente dall'altra (prosa filosofica, testi poetici, dialoghi), è parte del fascino che esercitano sul lettore.
Tanto che il lettore, trattandosi di "opera aperta", diviene protagonista di ciascuna se ha l'abilità di calarvisi con discrezione.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)