Lorena Pesaresi
Riceviamo e pubblichiamo
Non entro nel merito delle vicende giudiziarie riferite al Gruppo Gesenu-GEST per le quali auspico si faccia rapidamente chiarezza. Voglio invece mettere l’accento su come alcuni media stiano veicolando un’informazione distorta e a dir poco populista, che di certo non aiuta a capire, né contribuisce a promuovere la crescita civica e virtuosa delle città, delle comunità e del Paese.
E’ grave instillare nella cittadinanza perugina e regionale – come ho letto in questi giorni – il sospetto che, viste le vicende giudiziarie, la raccolta differenziata è inutile, dispendiosa, speculativa nei confronti dei cittadini e di dubbia trasparenza in quanto associata all’ “ipotesi” che l’azienda Gesenu non rispetti le regole e gli standard di processo.
E’ quanto mai opportuno precisare che la tariffa che noi cittadini paghiamo non ha nulla a che vedere con il coinvolgimento, in questo caso specifico di Gesenu con altre vicende. Il costo sostenuto dai cittadini non è mai servito ad “ingrassare” i bilanci, in quanto la Tariffa è esclusivamente il corrispettivo per il costo dei servizi di igiene ambientale ed è omogeneo, su scala nazionale, a quello che tutti i comuni sostengono.
Parole su parole utilizzate strumentalmente per un’opera denigratoria a prescindere, che colpisce non solo l’immagine della città di Perugia e dell’Umbria, ma anche l’indotto occupazionale sociale, economico e ambientale (green economy) fin qui garantito proprio da Gesenu, seppur con non poche difficoltà, inficiando seriamente un percorso virtuoso intrapreso dal Comune insieme ai cittadini-utenti e alle associazioni locali, che hanno creduto e credono tutt’ora, sensibilmente e responsabilmente, al rispetto del nostro ambiente di vita e del bene comune, nel pieno rispetto delle leggi dello Stato, della Regione e delle direttive europee.
La raccolta differenziata con il ciclo produttivo dei rifiuti non è un optional, ma un dovere civile ed etico di TUTTI, nessuno escluso per consentire realmente il superamento del sistema “discarica”, risparmiare costi ambientali, creare nuova materia, nuovo prodotto, creare nuova occupazione (rifiuto da “problema” a “risorsa”). L’alternativa sarebbe tornare indietro: all’usa e getta “ovunque” e quindi al mantenimento delle discariche… ma, allora, dove vogliono arrivare quelli che denigrano tutto facendo di tutta un’erba un fascio?
Mi stupisce il silenzio tombale del Comune in tutto questo.
Non si può tornare indietro, né si può oscurare, con la facile “penna” di chi detiene il potere dell’informazione, i vantaggi condivisi da una coscienza ecologica collettiva e planetaria. Perugia è stata pioniera con risultati premiati e di cui ha beneficiato l’intera regione. Già dal 2009 Perugia è fra le principali esperienze pilota in Italia ponendola fino al 2013, la 4° città italiana nei rapporti annuali sull’eco sistema urbano (Il Sole 24 ore): il 63% di R.D. ne è una dimostrazione. Oggi, purtroppo, Perugia è scesa al 25° posto! Cosa vorrà dire?
Auspico una riflessione seria da parte di tutti perché arretrare significa non solo “disperdere” risultati e i soldi spesi, ma diventare tutti più “poveri” a partire dalla politica. Non si può restare silenti difronte ai primi segnali negativi sulla gestione rifiuti proprio a Perugia con la nuova Giunta Romizi: i cittadini per primi sono stati penalizzati, pur pagando la stessa Tariffa degli anni precedenti, dalla decisione di una drastica riduzione dei servizi di igiene ambientale a partire dal non adeguato svuotamento e pulizia dei cassonetti della differenziata posti a domicilio dei quartieri, frazioni (80% della popolazione).
Sono stata assessore all’ambiente del Comune di Perugia per cinque anni, la mia anima ambientalista e la mia competenza hanno potuto ispirare solo iniziative positive al servizio dei cittadini e garanti dell’esclusivo interesse pubblico. Fa molto male assistere dopo una tale opera costruita dal basso (le centinaia di assemblee di quartiere in quartiere svolte da Comune di Perugia e da Gesenu ne sono la riprova, così come la chiusura della discarica di Pietramelina nel 2013), a questa strategia denigratoria che punta ad azzerare l’impegno di tutti fin qui profuso.
Non dimentichiamoci che con Gesenu che ha comunque una storia in questa regione con un bacino d’impiego di centinaia di addetti e, non da ultimo, di innovative tecnologie ed adeguate professionalità che da oltre trenta anni promuovono, con il Comune di Perugia, l’educazione ambientale nelle scuole di ogni ordine e grado.
Risultati che consiglio vivamente ai Partiti, alle istituzioni, alle associazioni, ai Comitati, alle organizzazioni sindacali di difendere nel merito e di trattare con il dovuto senso di responsabilità politica al fine di poter continuare la strada intrapresa da non affossare tra le parole ad uso di palcoscenici resi instabili dalla mancanza ancora di un’ampia visione nella gestione dei rifiuti a partire dal livello nazionale.
Lorena Pesaresi
Direzione regionale e provinciale Partito Democratico Umbria – Associazione ecologisti democratici