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Vicentini è colore crudo

Creato il 09 maggio 2010 da Paolo Franchini

Vicentini è colore crudo“Colore crudo” è il titolo del recente lavoro di Giorgio Vicentini. Siamo di fronte ad un nuovo “ciclo pittorico” che ha per tema e protagonista il colore e che rivela la radice analitica della pittura dell’artista e della sua modalità espressiva.

Il carattere analitico della pittura di Vicentini consiste nell’abitudine a concentrare la ricerca estetica su elementi minimi e il più possibile puri, organizzandoli in una sintassi visiva semplice, dove ogni variazione e scarto acquisisce forza e importanza.

Il pensiero visivo dell’artista emerge e si sviluppa da un fare pittorico del tutto personale messo a punto nel tempo. Vicentini dapprima trattiene e ingabbia il colore tra due superfici trasparenti: il pigmento viene così manipolato indirettamente e, con la pressione della spatola, l’artista ne modula la pastosità e la stesura facendosi condurre da un istinto conoscitivo che mentre scopre sembra già sapere. In seguito la superficie di colore viene frammentata attraverso il taglio e la ricomposizione delle forme sulla tavola. Dal gesto lirico e programmatico dell’artista ha origine lo spazio infinito e assoluto dell’opera; in questa dimensione sembra muoversi in un continuo divenire il frammento sintetico e raffreddato del colore.

Non vorrei parlare però solo di colore, è evidente che la pittura si sia sempre fondata su questo; e dunque neppure di luce, che è colore stesso. Vorrei dissolvere le strutture pur vere di una lettura dell’opera di Giorgio in relazione alla pittura non oggettiva, astratta e monocroma per intendersi, le cui ragioni già ben si conoscono. Viceversa vorrei leggere il lavoro di Vicentini come riflesso ed esito di una ricerca sul processo e l’azione, avvicinandolo all’ambito dell’etica, più precisamente, dell’estetica dell’etica.

Il lavoro di Vicentini è prova di un atteggiamento estetico in cui lo sguardo sensuale coglie e accentua l’armonia generale; contemporaneamente lo stesso sguardo è acuto e analitico, consapevole di come il tutto sia configurazione e insieme di parti in movimento.

Tale atteggiamento estetico pare non contraddirsi neppure nel muoversi quotidiano dell’artista, anzi lì forse trova parte delle sue ragioni, in una famiglia numerosa in cui i rapporti sono energia che scorre, ritorna, si riconfigura in esperienze diverse. Quando lo incontrai in studio per la prima volta Vicentini mi parlò dei suoi figli con la stessa trasparenza e necessità con cui racconta il suo lavoro e percepii immediatamente come la sua ricerca artistica si inserisca in un orizzonte comprensivo all’interno del quale l’artista dirige il suo sguardo dinamico, sempre teso all’ampliamento della propria visione.

Vicentini è colore crudo
Senza timore, rigidità o sospetto, senza una definizione ultima di cosa sia colore, spazio, pittura o più in generale il senso delle cose, l’artista sembra rivolgersi alla vita come alla ricerca artistica collocandosi al centro, partecipe e co-creatore, con continua progettualità, senza subire passivamente nulla pur lasciandosi muovere e spostare dal caso.

La dimensione estetica di Vicentini non è semplice risultato di un’azione pittorica, ma sembra generarsi da una dimensione etica (o forse l’una e l’altra si fondano reciprocamente) che si estende a tutto il suo universo quotidiano dove trova espressione l’energia pulsante e generativa che definisce, ma mai una volta per tutte, la personalità dell’artista come la sua opera.

Vittoria Broggini

 



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