Magazine Diario personale

— Victor Hugo, L’uomo che ride

Da Silvy56
—  Victor Hugo, L’uomo che ride
“Aggiungiamo che i bambini hanno il dono di accettare subito la fine di una sensazione. I contorni lontani e sfumati, che ingigantiscono le cose dolorose, ai bambini sfuggono. Il bambino è difeso dal proprio limite, la debolezza, dalle emozioni troppo complesse. Vede il fatto, e quasi nient'altro intorno. La difficoltà di accontentarsi di idee parziali non esiste per il bambino. Il processo della vita viene istruito più tardi, quando arriva l'esperienza con i suoi incartamenti. Allora si mettono a confronto i vari gruppi di fatti, l'intelligenza edotta e cresciuta fa paragoni, i ricordi dell'età giovanile riaffiorano al di sotto delle passioni come il palinsesto sotto le raschiature, quei ricordi sono le basi su cui si appoggia la logica, e ciò che nel cervello del bambino era visione, diventa sillogismo nel cervello dell'uomo. Del resto l'esperienza è varia, e volge al bene o al male a seconda delle nature. I buoni maturano. I cattivi marciscono.”

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