Non solo continuano totalmente indisturbati a svolgere una professione che non esiste e che non ha autorizzazioni, non solo portano turisti in giro senza la minima garanzia e copertura assicurativa, non solo operano nonostante i Vigili Urbani abbiano promesso di non dar loro tregua (e invece non fanno niente), non solo adescano i turisti urlando "taxi, taxi, taxi" cosa che dovrebbe far incaxxare di brutto i tassisti che invece appaiono essere abbastanza tolleranti, ma i terrificanti finti risciò (sono fasulli, in realtà hanno un motorino elettrico con tanto di batterie!) guidati ora da avanzi di galera, ora da personaggi inqualificabili (i peggiori biglietti da visita per i nostri turisti), ora da ragazzini forse anche minorenni, continuano ad occupare tutta la carreggiata di Via dei Fori Imperiali e di Piazza del Colosseo rendendo impossibile la vita alle tante biciclette di passaggio. Basta guardare questi video per capirlo. E bisogna guardare questi guidatori di finti risciò spaparanzati con le chiappe o la panza di fuori per capire a che livello di impunità, cattivo gusto e sopruso siamo arrivati.
Possible che non si possa fare niente? Vigili Urbani e Assessorato ai Trasporti ci hanno provato evidentemente senza riuscirci. Ma cosa ci vuole a fare una ordinanza che vieti questi obbrobri pericolosi e illegali? Si aspetta che ci scappi il morto in un incidente? Basta osservare i video per capire che l'incidente viene sfiorato in ogni momento a causa dello stile di guida di questi trabiccoli. E poi perché i sindacati dei tassisti tacciono o protestano con morbidezza? Basta andare al Colosseo e fingersi turista per capire che questi 'signori' adescano turisti e si propongono come taxi, gli manca solo la licenza, l'assicurazione e la sicurezza di guida. E i prezzi sono maggiori.
Perché stiamo tollerando questa nuova invasione? Qui su Roma fa Schifo ne parliamo da dicembre. Abbiamo fatto tanti articoli, foto e video e stanno tutti qua. Ovviamente la stampa cittadina si è guardata bene dall'approfondire la faccenda...






