Mentre cresce di intensità la campagna elettorale – tra nani, ballerine e candidati di ogni sorta – sono sempre loro, i lavoratori in lotta, a riportarci alla realtà. In particolare quelli del Sulcis Iglesiente, la provincia più povera d’Italia nel sud della Sardegna. Che ormai ricorda sempre più la Gran Bretagna della Tatcher, con i tagli indiscriminati al sociale e le lunghe proteste dei minatori: da Agosto ad oggi sono già tre le occupazioni di miniere in sardegna. Prima la Carbosulcis con l’operaio che si tagliava l’avambraccio in diretta tv, a Natale quelli della Rockwool, ora gli operai dell’indotto Alcoa. Lo scorso 8 gennaio un operaio aveva provato a buttarsi dalla torre della miniera col presidio di operai, e ora da 6 giorni in tre occupano il tunnel sotto la miniera.
Gli operai dell’indotto, in tutto 500, con la chiusura della fabbrica sono rimasti senza nulla, perché per loro non ci sono neanche ammortizzatori sociali. Chiedono la stipula di un acordo per la cassa in deroga, proprio in quei giorni in cui la Cgil denuncia il blocco in diverse regioni del pagamento di questa tipologia di ammortizzatore. Tore Corriga, leader della protesta Rockwool, è andato a trovare gli operai e ci manda questo video appello esclusivo degli occupanti la galleria. Che si rivolgono ai politici, sordi in campagna elettorale: “La gente non ha più neanche un pezzo di pane per poter mangiare, e per poter mandare i figli a scuola (…) Noi non usciremo da qui finché non avremo quel documento scritto che garantisce un minimo di sussidio per quello che hanno combinato a questo territorio”, e si rivolge poi a tutte le vertenze dell’Isola. “Ciao dal tunnel”, saluta l’operaio.
di Michele Azzu | @micheleazzu