Ci ho messo un bel po’ di giorni per scrivere questo pezzo, e vi confesso che non ho ancora trovato le parole per raccontarvi la mia emozione.
Sapere che la fiaccola olimpica sarebbe passata a un metro da me mentre io ero in riunione con un manager dentro quattro mura mi aveva messo davvero di malumore, lunedì scorso. Era il secondo giorno di staffetta della torcia per le strade di Londra, prima di arrivare allo stadio il 27 sera. Ma lo Spirito Olimpico fa miracoli, e ne ho avuto la certezza lunedì mattina.
Il transito della fiaccola è preceduto da un due pullman dei main sponsor (Samsung e Coca-Cola), pieno di musica e gente che balla e fa casino. Sono bastate poche note per far letteralmente catafiondare fuori dall’ufficio il manager con cui stavo discutendo. Per strada, era una festa di colori: giovani, anziani e bambini battevano il 5 ai poliziotti in moto, e il manager serio e impettito che un po’ mi metteva soggezione è diventato un bambino super eccitato dalla macchinetta fotografica compulsiva.
Talmente compulsiva che mi ha impallato con il suo testone tutto il video che ho girato al passaggio della fiaccola. Immaginerete certamente il mio disappunto una volta tornata a casa. Ma lo Spirito Olimpico mi protegge, perché potete vedere (dopo la parte in inglese) praticamente lo stesso video che ho girato io. Per una volta, parlare con gli sconosciuti mi ha portato un vantaggio :)
Ma cosa ci sarà di emozionante in una roba con del fuoco che ti passa davanti per 5 secondi? Questo momento:
Io l’ho vissuto così, come un fotogramma unico così fugace, ma che è anche durato un attimo senza fine. Davanti al mio naso, è transitato il simbolo del mio sogno di bambina (e di adulta). Quella fiammella quasi impalpabile che è stata accesa a maggio e che ha fatto il giro del mondo, in quel momento era con me. Mi è venuto l’istinto di affiancare il tedoforo e accompagnare la fiaccola per un po’, correndo, come se correrle a fianco fosse un modo di ringraziarla, come dire: “Ehi, fiaccola, vedi che corro anche io? É anche grazie a te se io amo lo sport e sono fiera di quello che sono, quindi grazie, eh!”.
Quando la fiaccola se n’è andata, mi ha lasciato una sensazione di pienezza. Abbiate pazienza, davvero non riesco a spiegarvelo: e dire che con le parole ci lavoro tutti i giorni, eppure non trovo le parole giuste. La fiaccola olimpica è… la fiaccola olimpica.
Il resto della riunione con il manager è passata guardando le sue foto della fiaccola olimpica, per la cronaca.
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It took me quite a lot of days to blog this, and I must confess I still have not found the words to tell you my emotions.
Knowing that the Olympic torch would pass a few feet from me while I was in a meeting with a manager had put in a really bad mood, last Monday. It was the second day of the torch relay through the streets of London, before arriving at the stadium on July 27th. But the Olympic Spirit works miracles, and I was certain of it on Monday morning.
The transit of the torch is preceded by the main sponsors buses (the Samsung and Coca-Cola ones), full of music and people dancing and getting loud. After only a few notes and the manager with whom I was in a meeting literally rushed out of the office. On the way, there was a feast of colours: young, old and children giving the high-five to the cops in their motorbike, and the serious, rigid manager – who made me feel a little uncomfortable – quickly became super excited child with a compulsive photographic behavior.
So compulsive that he snookered me with his big head the whole video I shot at the torch. You can surely imagine my disappointment when I came back at home. But the Olympic Spirit protected me, because you basically can see above the same video I shot on the street. For once, talking to strangers brought me an advantage :)
But what’s the thrilling in a stuff with some fire which pass in front of you for 5 seconds? This moment:
I lived this way, as a frame so fleeting, but also which lasted an endless moment. In front of my nose, the symbol of my dream as a child (and adult) has passed. That almost impalpable flame that was lit in May and has been around the world, was with me at that time. I was about to act on instinct and accompany the torch and the torch bearer for a while, running as if running alongside it could be a way to thank it, as saying: “Hey, torch, you see that I’m running too? It is also thanks to you if I love sports and I am proud of what I am, so thank you very much, uh.”
When the torch is gone, it left me a feeling of fullness. Be patience, I really cannot explain it, sorry about it. I mean, what a shame! I’m a writer, I work with words every day, but I can’t find the right words. The Olympic torch is… just the Olympic torch.
The rest of the meeting with the manager went looking at his photos of the Olympic torch, for the record.
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