Quando abbiamo criticato i 50 milioni (che sono diventati già 80) "investiti" per i lavori del Giubileo intendevamo proprio questo. Si fanno lavori enormemente distanti dalle esigenze dei pellegrini (e della città) e si tralasciano ambiti cruciali e strategici come ad esempio gli ospedali.
A Roma si tolgono i sampietrini da Via Marsala e si tappano alcune buche sul Lungotevere, ma a cosa serve? Questo migliora la qualità della vita? Rende la città più accessibile e fruibile? O è utile solo per poter spingere un pochino in più sull'acceleratore quando si sfreccia con lo scooter?Asfalto liscio sul Lungotevere e ospedali semplicemente inaccessibili. Queste immagini rappresentano una vergogna in assoluto, ma ancora di più in vista del Giubileo. La nostra città sarà invasa da milioni di pellegrini, molti di loro di età avanzata. Questo è il calvario che dovranno passare per entrare in ogni ospedale della città. Si poteva investire riqualificando le aree esterne, gli accessi pedonali, impedire la sosta selvaggia. E invece niente. Abbiamo pedoni che rischiano le penne per entrare al San Giovanni, portatori di handicap costretti a rinunciare, autoambulanze che si bloccano per entrare al Santo Spirito e al Fatebenefratelli, un esercito di parcheggiatori abusivi fuori al San Camillo, i marciapiedi totalmente invasi di bancarelle fuori dall'Umberto I e così per ogni nosocomio. Chiunque verrà in città si chiederà come è possibile che Roma abbia ospedali peggiori di quelli del terzo mondo: all'esterno ancor prima che all'interno. Con problemi enormi di accesso sia per persone e pazienti a piedi sia per i mezzi di soccorso. Uno scandalo che nessuno, in città, vive come scandalo. Perché risolverlo significherebbe mettere in discussione il dio-maghina. "Aho ma io devo portà mizzzia a fa na visita e secondo te ndoparcheggio? Vediannatteneva". E pensare che per evitare tutto questo basterebbe un pochino di arredo urbano ben progettato. Facile e poco costoso.