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A che serve avere un avere un proprio carattere, una propria vita, dei sogni se poi non si è famosi in tv?
Questo documentario parte con alcune immagini di un quiz dove se la persona da casa indovinava la risposta, una casalinga si spogliava per poi continuare con immagini che noi tutti conosciamo, che abbiamo sempre sotto gli occhi. Niente di nuovo quindi, ma ci voleva uno svedese, Erik Gandini, per raccontare questo piccolo esperimento nato una trentina di fa, questo colpo di stato tramite la tv. Idea geniale senz'altro, ma perversa.
Non si può certo dire che Berlusconi non sappia quello che fa, convinto delle sue idee, dei suoi modi, ma è come se vivesse nel suo mondo e invita tutti quelli che vogliono a farne parte.Dalle dichiarazioni che vengono lasciate in questo documentario, viene ritratto come un grande leader, una persona carismatica, di cuore.
Ma è meglio non farsi ingannare dai quei sorrisi perché, come in ogni favola, c'è sempre una parte oscura.E così vediamo Lele Mora vestito di bianco, in una stanza tutta bianca rivelare tutto entusiasta, con il sorriso dipinto sulle labbra la sua anima nera mostrando la suoneria di Faccetta nera, inno dei Fascisti con immagini di svastiche e altri simboli e di Mussolini dichiarando, sempre col sorriso, inoltre di essere un mussoliniano.
Vediamo Fabrizio Corona che si sente molto un Robin Hood moderno, rivelando le azioni scabrose dei vip, con la sola distinzione che invece di dare ai poveri quello che ruba ai ricchi, se lo tiene per sé.
Inoltre seguiamo un ragazzo che potrebbe anche essere una persona che potremmo conoscere nel suo sogno di sfondare in tv come il Van Damme italiano o anche come un miscuglio tra lo stesso attore belga e Ricky Martin. Ha fatto dei provini, ma non viene scelto e così fa solo parte del pubblico. Dichiara che se fosse stata una ragazza, sarebbe stato più facile e invece è un ragazzo. Dichiara che tutta la gente che va in tv diviene subito famosa però forse si dimentica che con la stessa facilità puoi diventare famoso, puoi anche subito essere dimenticato. Alla fine lo vediamo comparire in X-Factor cantare in un improbabile inglese in un'improbabile imitazione di Ricky Martin.
Quando guardiamo la tv e soprattutto quei programmi televisivi in cui la donna viene raffigurata come una povera muta senza arte né parte, è come se piano piano stessimo entrando nel fantastico mondo di Silvio Berlusconi. Fantastico proprio perché fa parte delle sue fantasie. E' come se vedessimo la realtà attraverso i suoi occhi e la sua mente.
Ma chi guarda è capace di emettere un filtro e non lasciarsi coinvolgere? Chi guarda è capace di distinguere cosa è veramente reale e cosa è virtualmente reale? Chi guarda è capace di guardare alla propria vita e dire "Sì, è questa che voglio."?
Come già detto prima, il documentario non mostra niente di nuovo, non dà risposte, ma dà a noi gli strumenti per capire. Tocca a noi compiere il salto per riflettere in questa fotografia amara dell'attualità italiana.
Naturalmente un documentario del genere ha avuto delle controversie. Innanzitutto, il trailer non è stato trasmesso dalla Rai e dalla Mediaset perché criticava il Governo. Ma la risonanza è stata forte ed è volato in classifica nonostante fosse stato distruibito in 70 sale italiane.Inoltre Striscia la Notizia annuncia che c'è un'irregolarità nel documentario. I primi minuti (quella della casalinga che si spoglia) appartengono a Spogliamoci insieme, un programma di Tele Torino International andato in onda nel 1977-'78. Queste immagini vengono commentate dal regista come "questa era la nascita della televisione del Presidente." ma Silvio Berlusconi acquista solo due anni dopo questo canale.Erik Gandini risponde così alle accuse: « Sono perfettamente cosciente del fatto che Spogliamoci insieme fosse un programma di Tele Torino International. In questa sequenza, la mia voce narrante non sostiene che Silvio Berlusconi fu l’ideatore dello spogliarello delle casalinghe né tantomeno che fosse il proprietario di Tele Torino International. Dice che quel programma che spogliava le donne in televisione ebbe un enorme successo locale, e che “fu l’inizio della rivoluzione culturale, la nascita della televisione del Presidente”. Ciò perché in Spogliamoci insieme ci sono i semi che germogliando diventeranno elementi forti, fondanti, dell'impero mediatico berlusconiano, Spogliamoci insieme fu, come sostiene lo stesso Maffi, il precursore di Colpo Grosso. I legami tra Tele Torino e Berlusconi non sono peraltro solo tematici. Berlusconi compró successivamente Tele Torino International incorporandolo in ciò che era Telemilano 58, la futura Canale 5. Lo sponsor di Spogliamoci insieme fu lo stesso di Colpo Grosso e uno dei più giovani dipendenti di Tele Torino International, Roberto Giovalli, divenne all’età di 27 anni il direttore generale delle tre reti Finivest. Gli autori di Striscia la notizia hanno interpretato questa sequenza come un errore, e su questo errore hanno costruito un vero attacco al film. Me ne dispiaccio anche perché il materiale da loro concessomi è stato fondamentale, per aver cercato di raccontare in Videocracy il fenomeno delle veline, e per questo li ho ringraziati nei titoli di coda del film.»
(fonte: Wikipedia)
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