Max Renn (James Woods) dirige una piccola stazione televisiva che trasmette filmati pornografici. Alla ricerca di una novità eccitante, la trova quando il suo tecnico intercetta lo show pirata Videodrome: una serie di immagini violente, fra torture e omicidi. Max si dà da fare per rintracciare i responsabili della sua messa in onda, ma si accorgerà ben presto di aver intrapreso una strada impervia, dove la realtà si fa labile e i suoi confini sfumano pericolosamente.
Pellicola chiave nella filmografia di David Cronenberg, diretta conseguenza dei precedenti Brood – La covata malefica e Scanners (ricorrono i temi del potere debordante della mente e la deformazione del corpo). Dentro anche le ossessioni del Cronenberg successivo: mutazioni (La mosca), l’identità sfumata (Inseparabili), il percorso allucinatorio (Il pasto nudo, Spider), la fusione tra carne e metallo in un rapporto perverso (Crash), l’impero della tecnologia (eXistenZ). All’epoca ottenne uno scarso successo al botteghino, ma divenne in seguito un cult, manifesto di un cinema intriso di deliri (o presunti tali) e realtà alternative (non si può ritenere un legittimo precursore di Matrix?). Incubo perturbante, che estremizza il condizionamento mediatico fino a farlo diventare “un cancro al cervello”, aprendo riflessioni attuali ancora oggi (“La televisione è la realtà, e la realtà è meno della televisione”); e notare poi che il professor O’Blivion (oblio…) acquista vita eterna per effetto del mezzo televisivo. Potenzialmente, un film infinito, che, al di là delle singole interpretazioni, traccia un solco profondo attraversando i generi cinematografici: horror (il simil organo sessuale che si apre nella pancia di Renn può essere disturbante), erotismo sado-maso (Debbie Harry, cantante dei Blondie qui in versione rossa esplosiva, ha una notevole carica sessuale), elementi cyperpunk e di fantascienza. Esalta l’impulso voyeuristico della società e si intrufola pure nel terreno melmoso delle religioni aggressive (inventa la “chiesa catodica”). James Woods è impeccabile, personaggio ambiguo e fatto di contrasti (già dalle prime due scene, dove si contrappongono il disordine che domina nel suo appartamento e l’ordine della sua immagine in camicia e cravatta). Magnifici effetti speciali di Rick Baker (mister 7 Oscar). “Morte a Videodrome, gloria e vita alla nuova carne”!