Ora, è sempre delicato definire il videogame come "cultura" di per se, è più giusto parlare semmai di fenomeno culturale (nota: con tutti i cul che ho scritto finora mi stupirei di non apparire in qualche sito porno) visto che è un settore parecchio variegato e cresciuto in tempi rapidissimi
L'Industria di Pac-man
Anna è un'avventura grafica dei
valdostani Dreampainters (2012)
Voi direte "ma si, ma è un settore ad appannaggio delle multinazionali americane e giapponesi..." tralasciando il fatto che la Ubisoft per dirne una è francese (ed è una casa mica da poco, che spesso quasi se la gioca con la EA in quanto a mafiosità), da sempre vige il concetto di casa di sviluppo e casa distributrice, quindi se uno sviluppatore è piccolo ma fa qualcosa di potenzialmente figo a livello commerciale un grosso distributore (anche internazionale) potrebbe interessarsi a lui
Prendi il controller, TOVARISH!
In Polonia la Bioware odierna
deve pulirsi gli stivali prima
d'entrare.
Ecco, i Croteam non si chiamano così per caso, vengono infatti da Zagabria, Croazia, e hanno aperto le danze nel '93 (in un periodo non proprio facilissimo per le zone dell'ex-jugoslavia )
Ora in linea teorica l'Italia se la passa (o se la passava) molto meglio dei vari stati dell'est-europa, eppure quest'ultimi hanno comunque tirato fuori titoli non certo da poco (penso a Stalker, A Farewell to Dragons e sopratutto all'acclamatissimo capolavoro polacco The Witcher), mentre nell'ambiente noi non abbiamo mai imposto granché
Aaah, la Simulmondo. Che ricordi teneramente orridi
I Giochi Italiani
Artematica, nata nella Provincia di Genova nel 1996, è probabilmente l'unica realtà Italiana con un certo peso nel settore: specializzata in Avventure Grafiche (ma potendo contare anche qualche altro titolo d'altro genere), ha spesso lavorato in coppia con i diritti di importanti fumetti italiani per la realizzazione dei propri videogiochi (Julia: Innocent Eyes, Martin Mystère: Operazione Dorian Grey e Diabolik: The Original Sin per citarne tre) vantando anche collaborazioni con i colossi di turno per la distribuzione (e si parla di livello mondiale, mica cazzi)Esistono poi un buon numero di casi nel settore amatoriale (no, tiratevi su quella patta, stiamo ancora parlando di videgiochi) o comunque indie in cui sono capitati degli esperimenti interessanti (l'ultimo che mi viene in mente in ordine di tempo è Shadows on the Vatican degli Adventure Production - e NO, che ci crediate o no la serie è stata pensata prima delle dimissioni di un certo Benedetto), ma nulla che facesse davvero gridare al miracolo (passatemela che siam già nell'ecclesiastico)
Perché l'italia è (SEMPRE) così indietro ?
Direi che in realtà buona parte dei motivi sono i soliti:- Scarsa informazione. In pochi in Italia hanno davvero recepito le opportunità che il settore potrebbe offrire, vuoi perché il videogioco viene visto da molti come qualcosa di meramente bambinesco, vuoi che boh, devo farmi il praticello a farmville non c'ho tempo di pensà a ste cose (ne di pensare in genere)
- Siamo Tecnologicamente Retrogradi. Si lo so, se andiamo a vedere nel singolo gente coi controcojones ce l'abbiamo anche in questo campo, ma come avrete intuito parlo principalmente di collettività, ed è quella che fa la differenza: senza un considerevole numero di persone mediamente allo stesso livello, difficilmente ci si potrà confrontare con i nomi tosti del settore
- Piove, Governo Ladro. Che ora un governo manco lo teniamo, ma avete capito. Si parla di un discorso simile a quello dei tagli al cinema (che infatti è passato da dettar leggere - anni '50-'60-70 - a fare la fame, mentre in parallelo finiva tutto nella televisione. Dite che è colpa di qualcuno? )