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Vieni a schifar la noia

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VIENI A SCHIFAR LA NOIA
Palazzo Schifanoia nasce per volere di Alberto V d'Este (1347-1393) come "delizia", luogo destinato a diverse funzioni, prevalentemente di incontro e di scambio diplomatico, letteralmente vuol dire schifar la noia, ed il nome è tutto un programma.Ci fu una radicale trasformazione sotto il duca Borso (1450-1471), che dal 1465 fa sopraelevare di un piano l'edificio ad opera dell'architetto Pietro Benvenuto degli Ordini per ricavarne l'appartamento ducale munito di un grande salone d'onore, la cosiddetta sala dei mesi dal tema degli affreschi con cui viene decorata, alla quale si accedeva direttamente dal giardino tramite una scala monumentale addossata alla loggia estiva. Nel 1918 Schifanoia diviene proprietà comunale e da questo momento comincia la straordinaria fortuna dei dipinti del salone, lentamente recuperati, anche se i mesi di gennaio, febbraio, ottobre, novembre e dicembre rimangono illeggibili . Nati per celebrare il duca Borso, i dipinti risalgono al 1469-70 e sono stati tradizionalmente attribuiti all'"officina ferrarese", Cosmè Tura, Francesco del Cossa (l' unico pittore documentato) e Ercole de' Roberti. La questione attributiva è comunque ancora aperta e sembra ormai sicura la non diretta partecipazione del Tura, malgrado la sua pittura costituisca il punto di riferimento dell'intera decorazione. Il grande salone decorato, il cui effetto ricorda i grandi arazzi spesso utilizzati a decorare le sale principesche, è lungo 24, largo 11 e alto 7,5 metri ed è diviso in tre fasce affrescate sovrapposte, delle quali la mediana è la più sottile. Le pareti sono a loro volta suddivise in dodici sezioni, corrispondenti ai dodici mesi dell'anno (ne rimangono intatti solo sette), all'interno delle quali si mantiene la triplice divisione in fasce orizzontali.Nella fascia superiore appaiono le divinità trionfali, in quella mediana i segni zodiacali con le figure di tre decani, in basso scene di corte di Borso d' Este, un oroscopo astrale che riunisce i saperi delle antiche religioni e che influiscono sulla vita di corte.
La fascia più occulta è quella dei decani.
Chi erano i decani?
I decani, come vennero chiamati in età ellenistica, erano, di fatto, divinità egiziane , che erano state assorbite nell'astrologia caldea e collegate con lo zodiaco. Tutti avevano proprie immagini, varianti a seconda delle diverse liste in cui venivano elencati, e queste liste delle immagini miracolose dei decani provenivano tutte dagli archivi dei templi egiziani. I decani avevano un preciso significato astrologico, in quanto "Oroscopi" che presiedevano alle forme di vita nate nei periodi di tempo da essi controllati; erano inoltre assimilati ai pianeti posti sotto il loro dominio, e ai segni dello zodiaco (tre decani erano collegati con ciascun segno, del quale costituivano le tre "facce"). Ma erano anche dèi egiziani, e questa loro natura, attribuiva ad essi una misteriosa importanza.
Si può quindi pensare ad un oroscopo dettagliato,oltre al segno zodiacale ,un po' come il tema zodiacale di oggi , con ascendente e posizione dei pianeti e delle case astrologiche.Sulla fascia superiore, coi carri trionfali delle divinità, compaiono le categorie di persone che in base alla loro attività godono della protezione della divinità.
La parte inferiore con le scene di vita di corte si riferiscono probabilmente ad eventi gioiosi realmente accaduti in quegli anni a Ferrara, ad esempio, le scene cavalleresche presso il camino, legate alla tradizione francese, sono forse da collegare ad una memorabile giostra tenutasi nel 1464. L'intero ciclo, che è stato interpretato come una celebrazione del duca e della prosperità economica e culturale raggiunta sotto il suo regno si basa su di un programma iconografico probabilmente elaborato da Pellegrino Prisciani, bibliotecario, storiografo, sovraintendente alle arti di corte, nonché professore di astronomia all'università di Ferrara.


immagine: Palazzo Schifanoia

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