Genere: Horror Soprannaturale, Azione
Avvertenze: Viulènza, Tematiche forti, Parole sporche
Capitolo 1 di 13
1. Pallido Plenilunio
Eric Northwood preme il grilletto del fucile di precisione.
Dieci piani più sotto, la sua vittima si accascia. Quasi immediatamente, i passanti più vicini a lui si fermano, lo circondano, cercano di soccorrerlo.
Ma Eric sa che ogni tentativo sarà inutile.
Lui non sbaglia mai.
“Il tempo è giunto,” dice una voce alle sue spalle.
Eric non si volta. Dovrebbe essere sorpreso, nessuno sa che è qui, qualunque testimone sarebbe un pericolo, e dovrebbe essere eliminato.
Ma sente che alle sue spalle non c’è una persona qualunque. Sente che non è neanche una persona, a dir la verità.
“Mi hai sentito, Cavaliere Pallido?” chiede la voce dietro di lui.
Eric si gira, finalmente. Il suo interlocutore sembra un uomo, anche se Eric sa che non lo è. Un uomo ordinario, oltretutto, senza nulla di speciale. Un tipo qualunque.
“Ti ho sentito.”
“Mi aspettavo un’altra reazione.” L’uomo qualunque che non è un uomo ridacchia. “Qualcosa come ‘Chi sei?’, o ‘Di cosa stai parlando?’ Non succede sempre così, nei film?”
“Non saprei. Non guardo mai film, preferisco i libri. Decadentismo francese, soprattutto.”
“Una scelta che ti si addice, effettivamente. Dunque, non sei stupito?”
“No. L’ho sempre saputo, in un certo senso. In fondo, visto che ho scelto questo mestiere…”
L’uomo che non è un uomo ridacchia di nuovo.
“Giusto, che mestiere poteva scegliere Morte per guadagnarsi la vita, se non il killer prezzolato?”
“Non lo sapevo veramente, in realtà. Eppure lo sentivo. Un po’ come quando vedi qualcosa con la coda dell’occhio. Per tutta la mia vita, è rimasto nella periferia. Fino a adesso. Fino a pochi minuti fa. Appena sei arrivato, l’ho messo a fuoco.”
“Capisco. Sai, neanch’io so bene come funziona. Dai piani alti non mi dicono tutto.”
L’uomo che non è un uomo ride di nuovo.
Neanche Eric sa tutto. Ma sa abbastanza. Improvvisamente, sa ciò che è necessario. Come se l’avesse sempre saputo, anche se si rende conto che fino a pochi minuti prima lo ignorava, almeno a livello cosciente.
“Dove sono gli altri tre?” chiede.
“Dovrai svegliarli tu, Morte. I miei ordini includevano solo te. Gli altri sono compito tuo.”
“Bene. Sarà facile per loro, come per me?”
“Non ne ho idea, Morte. Non so neanche come farai a trovarli.”
“Credo che li sentirò.”
“Visto, Morte? Ne sai già più di me.” La cosa-uomo sorride, e per un attimo Eric scorge, dietro l’aspetto ordinario, la sua vera essenza. Qualcosa di orribile, tremendo, di un altro mondo.
Ma Eric non ha paura. Anzi. Gli piace.
La stessa essenza è dentro di lui, c’è sempre stata. E adesso, si è svegliata.
Ricambia il sorriso.
“Non preoccuparti. Ci penso io. Ma quando saremo insieme, cosa faremo? Quali sono i nostri ordini?”
“Sono certo che, quando sarà il momento, lo sentirete.”
“D’accordo. Un passo alla volta. Tanto, anche se impiegheremo un po’ di tempo in più per definire la nostra strategia, non sarà mica la fine del mondo!”
Eric scoppia a ridere, una risata dall’eco metallica, che giunge nuova alle sue stesse orecchie. L’uomo che non è un uomo lo imita.
“La Morte ha il senso dell’umorismo? Be’, non dovrebbe stupirmi, in realtà.” Di nuovo sorride, di nuovo ad Eric sembra di poter vedere, dietro la sua faccia umana, qualcosa di orribile, indicibile, meraviglioso.
“Buona fortuna, Cavaliere Pallido,” riprende la cosa-uomo.
“Ti rivedrò?”
“Non ne sono sicuro. Come ti ho detto, non mi spiegano tutto. Ad ogni modo, sono certo che presto sentirò parlare di te.”
“Di noi.”
“Di voi, giusto. Sarà divertente.”
E in un attimo, l’uomo che non è un uomo è scomparso.
Eric sorride. Il loro tempo è giunto. Il tempo di fare ciò per cui sono stati creati, di essere ciò che sono sempre stati.
Ma prima, deve riunire a sé gli altri tre.
Sente sbuffare leggermente alle sue spalle. Neanche questo lo coglie di sorpresa.
Gira appena la testa, un sorriso dipinto sulle labbra.
Il cavallo pallido è al suo fianco, appena arretrato rispetto a lui.
“Bentrovato, mio destriero. Sei pronto? Andiamo a cercare i nostri fratelli.”
Il cavallo abbassa la testa, come se annuisse.
Eric gli dà una pacca sul collo, poi monta in sella, senza preoccuparsi di smontare il fucile e portarlo via.
Ormai, queste banalità terrene non hanno più importanza.
Il tempo è giunto.
E ci sarà da divertirsi.