Genere: Horror Soprannaturale, Azione
Avvertenze: Viulènza, Tematiche forti, Parole sporche
Capitolo 9 di 13
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9. Re Pallido
Morte cavalca nella notte, immerso nei suoi pensieri. Non sa davvero cosa fare con Conquista.
Sa che il suo dovere è guidare i Cavalieri, ed è convinto di avere fatto bene a cercare di fermarla. Quello che lo preoccupa è avere fallito. Possibile che sia davvero lei il Cavaliere più potente? Morte non può accettarlo. È lui il capo dei Cavalieri.
E non è neanche sicuro del perché non sia riuscito a eliminarla, quando ne aveva la possibilità. È vero, si sente legato a lei, come a Guerra e Carestia. D’altronde, sono parte di una cosa sola. Ma sono pur sempre incarnazioni di demoni. Provano sentimenti, ma in un modo diverso, superficiale, legato al piacere contingente.
Come Guerra e Carestia, per esempio. Morte è sicuro che il loro rapporto si basi sull’attrazione fisica, sul fatto di stare bene insieme, ma di certo non sono innamorati. Se Carestia tradisse Guerra, lui cercherebbe di ucciderla? Pale è abbastanza sicuro di sì.
Lui, invece, non è riuscito a fare del male a Conquista. Anche se di malavoglia, l’ha attaccata, è vero, ed era davvero intenzionato a ucciderla, o almeno a provarci. Ma poi…
…forse è stato perché l’ha chiamato per nome? Il nome che lui credeva di avere rifiutato per sempre…invece, pronunciato da lei, ha riacquistato significato. E forse anche per l’espressione che aveva mentre lo diceva. Non sembrava spaventata, sembrava triste…triste come si sentiva lui.
Dannazione.
Eric è confuso e, adesso, infuriato, più con se stesso che con Yuki.
Pale sente che Red e Black, da qualche parte sulla Terra, lo stanno chiamando. Be’, prima o poi bisognerà affrontare la situazione tutti insieme. Pale dirige Hypnos verso il luogo in cui sono i suoi fratelli.
…
Pale entra nell’appartamento di Black. Lei e Red sono seduti sul divano di pelle bianca, di fronte al televisore acceso.
“Eccoti, finalmente!” dice Carestia.
Guerra si limita a indicare lo schermo, su cui scorrono le immagini del telegiornale.
Wu Zhangxi è stato eletto presidente, ovviamente. E ha già cominciato a fare dichiarazioni farneticanti sulla superiorità della Cina, e sulla necessità che le altre nazioni ammettano la loro inferiorità. Possibile che…
“Forse White non aveva tutti i torti!” dice Black. Red la fulmina con lo sguardo.
“Be’, che c’è?” si difende lei. “Per ora sta andando tutto come aveva detto lei!”
“Il suo piano è troppo complicato,” sibila Guerra. “Non funzionerà mai.”
“Ad ogni modo, non è questo il punto, adesso,” dice Pale. “Il problema è che noi quattro siamo divisi.”
“Non sai dov’è adesso?” gli chiede Red.
“No…non riesco neanche più a sentirla. È un pessimo segno.”
“Quando l’hai vista l’ultima volta? In Africa, con noi?” chiede Red.
“No…ho cercato di fermarla.”
“Hai cercato…vuoi dire che non ci sei riuscito?” Red sembra stupito, e quasi deluso.
“Proprio così,” dice Morte, freddamente.
“Cosa pensate che ci succederà, adesso?” chiede Black.
Red si stringe nelle spalle.
“Cosa ce ne importa di lei? Andremo avanti per conto nostro.”
“Già…quello sarebbe il piano,” dice Pale. Poi, torna a guardare lo schermo del televisore, con aria pensierosa.
“E se White dovesse riuscire?” insiste Black.
“Non ce la farà,” taglia corto Red, con un tono che non ammette repliche. Morte invidia la sua sicurezza.
“Noi andiamo avanti col nostro piano,” dice Pale. “Lasciamo perdere Conquista, almeno per ora.”
“Sono d’accordo,” dice Red.
“Ma è pur sempre nostra sorella!” dice Black.
“Lo so Black…dispiace anche a me,” dice Morte. “Ma è lei che ha deciso di fare di testa sua. Ci ha traditi.”
“Non ci ha traditi,” insiste Carestia. “Sta pur sempre lavorando per il nostro obiettivo!”
Morte odia ammetterlo, ma Black non ha torto. La cosa che gli ha dato veramente fastidio, nel comportamento di White, è che abbia messo in discussione la sua autorità. Si rende conto che questo non gli fa onore, e se ne vergogna.
“Hai ragione,” dice Morte, “ma ritengo che restare uniti sarebbe dovuta essere la nostra priorità. White ha voluto fare di testa sua, e potrebbero esserci delle conseguenze gravi. E ad ogni modo, è lei che si sta tenendo lontana da noi, adesso.”
“Be’,” dice Black, “è comprensibile, se l’hai attaccata…”
E che diamine! Carestia è la bocca della verità, come i bambini.
“Possiamo smettere di parlarne, Black? Per favore.”
“Sì, Black, basta così,” dice Guerra. “Se White si rifarà viva, gliela faremo pagare. Non può passarla liscia.”
“Eh, no!” dice Pale. Ci manca solo che ci si metta anche Red, a sfidare la sua autorità. “Se Conquista si rifarà viva, decideremo il da farsi. Per ora, lei per la sua strada e noi per la nostra.”
Ancora una volta, Red sembra deluso, ma cede.
“Come vuoi, Pale. Sei tu il capo.” Nella sua voce c’è una sfumatura ironica che Morte decide di ignorare.
“Basta parlare di lei,” dice Pale. “Piuttosto, pensiamo al lavoro che dobbiamo finire.”
“Sì!” dice Carestia, e batte le mani. “Andiamo a vedere a che punto è la nostra piccola guerra civile!”
“Ma sì,” dice Red. “Servirà a distrarci un po’.”
I due si avviano verso la terrazza, e Morte tira un sospiro di sollievo, prima di seguirli.