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La decisione del governo francese di impedire le trasmissioni al canale satellitare “Al-Aqsa” attraverso il satellite “Eutelsat” rispecchia la posizione di Israele e dei suoi sostenitori nei governi occidentali. La Francia in particolar modo riflette una delle cause dell'odio crescente nei Paesi arabi e musulmani verso questi governi, smentendo tutte le sue pretese libertà di espressione, di diritti umani e di stato di diritto che vanta giorno e notte. La decisione è illegale, immorale e rappresenta il trionfo dei potenti di fronte ai deboli oppressi.
Questa non è la prima volta che il governo francese si sottomette ai dettami e alle pressioni israeliane, ha esercitato la stessa repressione intellettuale diversi anni fa quando ha bloccato il canale “Al-Manar, dei libanesi di Hezbollah. Allo stesso modo tradì i valori di libertà e giustizia quando proibì la pubblicazione e la distribuzione di giornali iracheni o arabi contrari alla distruzione dell'Iraq come punizione per l'invasione del Kuwait nel 1990, cosa che non fecero tutti gli altri governi europei, compresa la Gran Bretagna, la quale era più coinvolta nella liberazione del Kuwait e diede il più grande contributo di forze armate del deserto dopo gli Stati Uniti.
I pretesti utilizzati dal governo francese per giustificare la sua decisione non sono convincenti poiché sono totalmente incoerenti con i valori della democrazia e con la lunga serie di libertà che ne derivano. Al governo francese sarebbe convenuto agire con prudenza, ricorrere al dialogo, capire il punto di vista dell'altro e le circostanze, ma sfortunatamente non l'ha fatto.
Il canale satellitare “Al-Aqsa” non è certamente la BBC o la CNN, ma non è neanche peggiore di Fox News, ma indipendentemente da tutto ciò parla a nome di un governo eletto in elezioni unanimemente riconosciute eque e libere e rappresenta un movimento di resistenza che combatte in tutti i modi e con tutti i mezzi per ripristinare i propri legittimi diritti. La Francia ospita a casa sua gli uffici di movimenti che combattono contro la legalità in Darfur e allo stesso modo ha ospitato, prima di questi, i movimenti di resistenza iraniana e lo stesso Imam Ayatollah Khomeini.
Ci chiediamo, in tutta onestà, se i movimenti di resistenza francesi all'epoca dell'occupazione nazista non avessero stazioni radio che incitassero contro l'occupazione o invitassero alla resistenza e a rovesciare il governo traditore di Vichy.
Chi ha preso la decisione del divieto ingiusto ha affermato che il canale aveva trasmesso una serie di cartoni animati che presentavano il personaggio per bambini Mickey Mouse nell'atto di chiamare alla resistenza e incitare a contrastare l'occupazione. Cosa c'è di male in questo? Forse la Francia vuole dalle stazioni televisive che trasmettono dalla Striscia di Ghaza -assediata e affamata negli ultimi quattro anni, priva di un ingresso e impossibilitata ad importare quattromila articoli tra i quali il coriandolo o i farmaci più elementari- delle serie che invitino chi resiste all'assedio e chi occupa le terre di questi ultimi e li priva dei diritti umani a vivere in dignità con fiori ed erbe profumate?
Ci aspettiamo dal governo francese l'emanazione di un decreto che proibisca le stazioni israeliane, le quali rappresentano il governo che ha commesso crimini di guerra nella Striscia di Ghaza durante la sua ultima aggressione e che ha violato tutte le norme del diritto internazionale quando ha intercettato una nave che trasportava militanti pacifisti, sedie a rotelle per i disabili della Striscia di Ghaza mutilati dai missili israeliani e dalle bombe al fosforo e materiali edili per ricostruire 65000 case distrutte dall'ultima aggressione.
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Il governo francese che ha deciso il divieto ha dimenticato questo fatto, come ha ignorato l'omicidio da parte del Mossad del martire Mahmoud al-Mabhuh nell'emirato di Dubai, un leader di Hamas con passaporto francese, violando i fondamenti della sovranità francese e mettendo a rischio le vite dei propri cittadini.
Sarebbe stato più giusto punire uno Stato che ha violato la legge francese, il diritto ed i trattati internazionali, accoltellando alle spalle un Paese amico come la Francia e tradendone la fiducia o una stazione televisiva che riflette le aspirazioni di un popolo che aspira alla libertà, all'indipendenza e che vive sotto assedio? Questa domanda la rivolgiamo al presidente Nicolas Sarkozy, la cui famiglia ha sofferto il nazismo ed i suoi massacri.
Secondo il concetto occidentale e francese alle vittime dell'assedio israeliano di Ghaza è richiesto che ricevano i missili che fanno a pezzi i corpi dei loro bambini affamati e li fanno a brandelli con grida di gioia e balli sulle macerie delle loro case distrutte.
Le sono proibite grida di dolore ed ingiustizia. E' questo il valore di giustizia e democrazie che l'occidente abbraccia?
Canali come Al-Aqsa o Al-Manar sono tra quei pochi che restano a coloro che gridano di dolore, e sono ritenuti “molto equilibrati” se non estremamente educati al confronto con le stazioni radio della resistenza francese contro l'occupazione nazista. I programmi di queste stazioni sono presenti negli archivi dei governo francese e britannico, ci sono numerosi studi documentali chee dimostrano quanto diciamo.
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L'Europa ha vissuto uno stato si paralisi per la durata di una settimana a causa delle ceneri del vulcano islandese che hanno chiuso la maggior parte degli aeroporti ed abbiamo visto le televisioni europee mostrarci la tragedia “strappalacrime” [taglia-cuore nell'originale ndt.] dei passeggeri bloccati, costretti a vivere in alberghi a cinque stelle lontani dalle loro famiglie e dal loro Paese. Però non abbiamo visto queste televisioni e questi governi versare una sola lacrima di solidarietà con i due milioni di persone che vivono nella Striscia di Ghaza senza medicine per i loro malati, senza latte per i loro bambini, per non parlare del divieto di andare all'estero dovuto principalmente alle mura d'acciaio presenti ai valichi.
Capiremmo, ma non possiamo comprenderla, la mossa della Francia se la stazione Al-Aqsa fosse in lingua francese ed il suo obiettivo fosse influenzare l'opinione generale francese, “inquinare” le loro coscienze cercando di ridurre il suo sostegno ad Israele o addirittura di revocarlo, però questa stazione trasmette in arabo rivolgendosi a persone pienamente convinte, che non hanno bisogno di alcun incitamento verso i massacri israeliani, per cui quanto si è reso stupido il governo francese impedendone la trasmissione?
E' ironico che la decisione del divieto, con il pretesto della diffusione di idee di estremismo (Gloria a Dio! La resistenza è diventata estremismo) sia venuta in un momento in cui il processo di pace sta vivendo i suoi ultimi spasmi a causa del rifiuto di Israele ad accettare le decisioni della Commissione del quartetto internazionale e della sfida ai suoi alleati in occidente costruendo insediamenti, giudaizzando i luoghi santi, demolendo le case della Gerusalemme occupata e costruendo muri di razzismo.
La Francia riduce di molto la sua credibilità nel mondo arabo ed islamico e perde gran parte del credito che le avevano dato uomini come Charles De Gaulle, Mitterand o Jacques Chirac perché questo prendere le parti della prepotenza israeliana in maniera così flagrante non solo ne danneggia l'immagine ma incoraggia i gruppi estremisti e fornisce loro munizioni adatte per reclutare molti giovani che rifiutano questa esplicita dualità nell'applicare criteri giuridici e politici.
Speriamo che il governo francese esamini attentamente quanto ha detto recentemente Meir Dagan, capo del Mossad, ovvero che Israele è diventato un fardello morale e per la sicurezza sulle spalle dell'occidente, o quanto detto dal Generale McChrystal, comandante delle forze statunitensi in Afghanistan, cioè che la politica israeliana minaccia la vita dei soldati americani in Afghanistan e in Iraq. Ma a quanto pare Israele non vuole meditare e continua con queste politiche sbagliate, cieche a questi e ad altri fatti.
E' una decisione ingiusta, poco lungimirante e sfortunata allo stesso tempo, contribuisce al terrorismo intellettuale e alla soppressione delle libertà, è una resa umiliante alla prepotenza israeliana e porterà a sventure sempre maggiori.
articolo originale apparso su al-Quds al-Arabi ma visionabile ormai su diversi siti quali Moheet o Al Mokhtsar
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