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“Vietnam”

Creato il 03 novembre 2015 da Thu Phuong Le

“State attenti all’acqua di rubinetto”, “state attenti alle verdure crude”, “state attenti alla criminalità di Ho Chi Minh”, “state attenti ai cobra, agli alligatori, alle trappole dei VietCong, alle mine inesplose, alla pioggia”, etc. etc.

Quante avvertenze ci hanno dato le persone che in Vietnam non ci sono mai state!

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Vietnam

Forse invidia, forse ignoranza, ma dal Vietnam torni col cuore pieno di sentimento, con gli occhi pieni di colore e con la pancia piena di tanto buon cibo.

Questa è la verità; il Vietnam è Asia allo stato puro e l’Asia o si ama o si odia, non ci sono mezze misure.

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Il sorriso di Cyclo

E come tale, il Vietnam bisogna provarlo, viverlo, gustarlo, odorarlo, sentirlo sulla propria pelle e poi solo dopo valutarne le sensazioni e dire se merita un posto (enorme) nel nostro cuore o se diversamente, con l’Asia abbiamo chiuso per sempre.

Certo, qualche problema c’è stato: Il caldo umido è uno di questi e l’aria condizionata (forse eccessivamente potente) funzionante sulle auto, sui treni e nelle strutture può diventare un grosso problema e un’influenza (raffreddore) è sempre in agguato.
L’aria condizionata: ecco la vera croce e delizia del Vietnam. Non puoi farne a meno, perché a settembre-ottobre (e non oso immaginare in estate) la calura umida è davvero opprimente; camminare con una borsa fotografica con 6 Kg di attrezzatura fotografica aumenta poi quel senso opprimente. Croce, perché di rientro da una o due ore di passeggiata culturale all’esterno quella botta di freddo sui corpi e sugli abiti impregnati di sudore può essere letale. Delizia, perché quando senti quella frescura benedici l’inventore dell’aria condizionata e ti chiedi come facevano (o come facevamo) a vivere senza questa meraviglia della tecnologia?

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La gioventu` vietnamita

Certo che sui treni notturni l’aria condizionata è così forte che bisogna dormire con felpe, sciarpe e coperte (cosa assurda, se pensiamo che fuori ci stanno non meno di 32 gradi).
Cosa dire del resto? Il Vietnam è storia: non solo quella del XX secolo (ovviamente interessantissima, affascinante per il sottoscritto che adora la storia contemporanea) ma anche quella più antica, con la dominazione cinese di circa un millennio che ha impregnato il paese di stili e usanze tipiche del grosso ingombrante vicino. Certo, i miei gusti non sono i gusti degli altri, ma ho preferito sicuramente i musei militari e di guerra alle troppe (almeno per me) pagode viste da nord a sud.

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Mai Chau verdissimo

Il Vietnam è natura: non dimenticheremo mai la baia di Halong, il mare e le spiagge di Phu Quoc, la grotta delle sorprese, i numerosi fiumi navigati, il delta del Mekong, le risaie di Sapa, gli alberi da frutta più disparati e quanto verde, ma soprattutto, quante fotografie!!
Il Vietnam è cibo: frutta mai vista (rambuton, pitaya, i jack fruit, gli occhi di drago, ma anche l’ananas, il cocco, hanno un gusto che non ricorda lontanamente quelli che si comprano in Europa), verdura gustosa e freschissima, i Pho, il Chee (che non riuscirò mai a pronunciare bene e forse manco a scriverlo correttamente), il caffè di Hanoi freddo con il latte condensato e l’uovo, il riso (quanti kg di riso avrò mangiato?), la birra (stessa domanda del riso, con la parola “litri” al posto di Kg), gli spaghetti di riso, la carne, il Bun Cha, la salsa di pesce, ma una personale prevalenza di gusto verso la cucina del nord rispetto alle altre cucine.

Signor Maurizio con la guida Andrea a Sapa

Signor Maurizio con la guida Andrea a Mu Cang Chai

Il Vietnam è il suo popolo: fiero, schietto e senza formalità, cordiale, amichevole, sempre sorridente e mai sconfitto dalle difficoltà e dalla pesantezza della vita (e solo per questo motivo noi occidentali dovremmo imparare molto dal Vietnam); la bellezza dei volti incontrati poi durante la visita delle etnie a Sapa o nel nord del Vietnam affascina enormemente e non verrà mai dimenticata.
No, in Vietnam forse c’è un’altra cosa di cui stare attenti: non innamorarsi troppo di questo stupendo paese perché il giorno della partenza (è forse più corretto scrivere “del distacco”) potreste avere un senso di nostalgia indescrivibile per tutto quello che avete vissuto durante la permanenza e che potrebbe fare davvero molto male al cuore nel momento in cui le ruote del vostro aereo si saranno completamente separate dalla terra dei Viet.

MAURIZIO SPARACINO

Il cliente, un amico dell’Asiatica Travel

Foto: Giusy Rolfi


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