Anche in Vietnam soffiano i venti della crisi, che da circa un anno non risparmiano neppure i cosiddetti Paesi emergenti. Negli ultimi mesi la situazione si é leggermente aggravata: il prodotto interno lordo (pil) del primo semestre é cresciuto solo del 4 per cento (e nei prossimi non crescerá oltre il 5), il boom immobiliare si é repentinamente trasformato in bolla (o meglio nel suo scoppio), sono calati gli investimenti stranieri, continuano forti le pressioni inflazionistiche, e, dulcis in fundo, molti analisti prefigurano un’imminente crisi bancaria, che sinora é stata evitata solo grazie all’intervento delle autoritá monetarie centrali.
Banconote da 500mila dong
Conseguenze di questo clima d’incertezza non potevano che essere tensioni e fratture all’interno del Partito unico al potere – puntualmente verificatesi – e soprattutto il solito giro di vite nei confronti dei dissidenti – di recente sono state lanciate minacce verso i blogger – che rappresentano l’anello debole del sistema. E il Governo vietnamita ha cercato di serrare le fila promuovendo una battaglia ideologica contro la corruzione, che ha condotto ad arresti eccellenti, di cui si é parlato anche su questa testata.
Fotografa in modo eccellente questo stato di cose il reportage «Vietnam. Effetti della crisi in Vietnam: crescita ridotta, crollano gli investimenti, disoccupazione», pubblicato sulla testata cattolica “Asianews”. (Continua).
(Francesco Giappichini)