Sono confratelli dello stesso ordine ma sono anche fratelli di sangue nella vita. Al secolo si chiamano infatti Giovanni Perego (Padre John guardiano del convento) ed Emilio Perego (Padre Ringo). Originari di Osio sopra, cittadina a pochi chilometri da Bergamo, nel 1970 arrivano a Vigevano con due valige che contenevano pochi oggetti personali ma colme di sogni, molti dei quali realizzati con impegno e caparbietà. Nei pressi del convento viene infatti realizzato un centro sportivo chiamato GiFra, cresciuto negli anni e sotto il cui marchio sono sbocciati eccellenti atleti in diverse discipline sportive.
Storica, in tal senso, l’ascesa della squadra di volley femminile negli anni Novanta, compagine composta da talenti come Nancy Gutierrez, Angela Bocca, Astrid Werlich e guidate dal coach Gianfranco Milano sino alla serie A2. Padre John e Padre Ringo, però, che hanno utilizzato, come don Bosco, ciò che piace ai giovani per veicolare messaggi di pace, solidarietà ed accoglienza, tutti i giorni sono a contatto con realtà difficili, come emarginazione e povertà.
Padre John
La mensa dei poveri dei frati cappuccini a Vigevano è un punto di riferimento per tutti ma in questo luogo sono bandite ipocrisie e finti buonismi. “Accogliere il bisognoso è un dovere umano e cristiano – sottolinea Padre John – ma accoglienza significa saper e poter accogliere chi chiede aiuto in maniera umana. Quello al quale spesso assistiamo negli ultimi tempi in Italia ed in Grecia sono situazioni che di umano hanno molto poco. E quando non si è in grado di accogliere il prossimo in maniera decorosa ed umana bisogna aver il coraggio di ammettere che quello che si sta attuando è un fallimento ed impegnarsi per trovare soluzioni concrete”. Nella giornata del Family Day a Roma un accenno al significato del valore della famiglia non poteva certo mancare. “Personalmente – dice Padre John – ho molto rispetto per le persone nella loro totalità ed anche di coloro che dichiarano il diverso orientamento sessuale. Tuttavia la famiglia è e rimane quella composta da un uomo ed una donna che mettono al mondo figli. Diversi artifici che si discostano dalla natura per manipolarla a piacimento non possono essere equiparate ad una famiglia”. Mauro Depaoli