Sull'ultima banalità sgorgata nei confronti della ragazzina di Brembate morta orribilmente. Ecco la nuova santa, la novella Maria Goretti. Anche quest'ultima uccisa da un uomo che voleva usarle violenza. Tutte e due prive di vita perché la paura è stata tanta da farle soccombere. Quale voglia di preservare la purezza?Noi donne da sempre siamo connotate sessualmente. Vergini, madri, mogli o puttane. C'è sempre la nostra vagina in primo piano, quella che ci colloca nella scala dei valori maschili.C'è il prima e il dopo la "deflorazione", ma chi dice che siamo fiori e che dopo il primo rapporto siamo "appassite"? Moglie è accettare ed esercitare il dovere coniugale. Madre è spingere fuori dall'utero il figlio. Sempre e comunque legate a doppio filo con l'uomo. Non è vero, non è così.Possiamo rimanere intatte, possiamo avere 1000 rapporti al giorno, possiamo vivere con un uomo e non avere rapporti, possiamo non partorire o farlo per 30 volte e con uomini diversi.Condivido con la de Beauvoir il principio secondo cui la donna non rientra nel concetto hegeliano dell'autocoscienza che diventa tale quando riconosciamo l'altro e prendiamo atto di un autocoscienza contrapposta alla nostra. Hegel afferma che ciò è come il rapporto tra servo e padrone , il padrone è colui che ha meno paura della morte, il servo è tale perché ha paura di morire e quindi si sottomette alla natura per rifocillare il padrone, ma in questa attività entra a far parte della natura e riesce a trasformarla. In questo modo servo e padrone non possono più fare a meno l'uno dell'altro.La donna, secondo la de Beauvoir non entra nel dualismo di tale concetto perché è altro, è natura, non appartiene alla relazione di riconoscimento.In un famoso saggio dice:
“A nostro giudizio non c’è altro bene pubblico all’infuori di quello che assicura il bene privato dei cittadini; giudichiamo le istituzioni dal punto di vista delle possibilità concrete che offrono agli individui. Né confondiamo l’idea di interesse privato con quella di felicità: codesta è un’opinione che spesso trova credito; si dice: le donne dell’harem non sono forse più felici di un’elettrice? La massaia non è più felice dell’operaia? Non si sa bene che cosa significhi la parola felicità, e tanto meno quali valori autentici nasconda; non è assolutamente possibile misurare la felicità degli altri ed è troppo facile dichiarare fortunata la situazione che si vuole loro imporre: in particolare col pretesto che la felicità è immobilità, si dichiarano felici coloro che vengono condannati a un’esistenza stagnante. Noi non prestiamo fede a tutto ciò. Il punto di vista che adottiamo è quello della morale esistenzialista. Ogni soggetto si pone concretamente come trascendenza attraverso una serie di finalità; esso non attua la propria libertà che in un perpetuo passaggio ad altre libertà; la sola giustificazione dell’esistenza presente è la sua espansione verso un avvenire indefinitamente aperto” (Simone de Beauvoir, Introduzione a “Il secondo sesso”, p. 26)Credo profondamente che ogni essere, maschio o femmina, sia davvero l'espansione di se stesso.Desideriamo essere lasciate in pace.