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Vigneti: stop alla vendita dei diritti al reimpianto

Creato il 23 gennaio 2014 da Comunalimenfi
vigneto-menfi

Stop in Sicilia alla vendita dei diritti al reimpianto dei vigneti. E’ l’allarme lanciato da Nicola Perricone, della sezione saccense di Acli Terra Sicilia. Per il presidente dell’associazione professionale agricola l’assessorato regionale deve intervenire per salvaguardare il patrimonio vitivinicolo siciliano.

Nell’isola secondo gli ultimi dati sarebbero più di 3 mila gli ettari di vigneto destinati alla vendita. «Cio’, dichiara Nicola Perricone, comporterebbe la fuga delle quote destinate al reimpianto fuori dalla Sicilia». La vicenda è quella dei tanti produttori vitivinicoli che una volta terminato il ciclo produttivo del proprio vigneto, ormai vecchio, decidono di estirparlo. Successivamente l’assessorato regionale, verificata la regolarità della pratica, rilascia una nuova autorizzazione al reimpianto per la medesima estensione di terra. E sono proprio queste autorizzazioni oggi al centro dell’allarme lanciato da Acli Terra Sicilia, perché gli agricoltori che nel corso degli anni non hanno avuto una sufficiente remunerazione del prodotto finito, decidono di recuperare parte del capitale vendendo la nuova autorizzazione al reimpianto del vigneto.

Autorizzazione che spesso però viene acquistata da aziende del Nord. Il rischio ormai acclarato per Nicola Perricone è che «il danno alla viticoltura siciliana sia irreparabile. Occorre conclude il presidente dell’associazione professionale agricola, che l’assessorato inibisca la concessione delle autorizzazioni obbligando se necessario gli agricoltori siciliani a venderle ad aziende del territorio.»

«Se ci fosse stata maggiore collaborazione tra le organizzazioni sindacali, oggi i viticoltori non sarebbero costretti a vendere le autorizzazioni al reimpianto fuori dalla Sicilia, a quelle aziende che nel settore riescono ad avere una degna remunerazione», così invece Paolo Mandracchia dell’Unione Coltivatori Italiani.

«Non si possono condannare quegli agricoltori che nella vendita delle autorizzazioni al reimpianto, hanno escogitato un sistema per recuperare il capitale investito nella produzione, continua il presidente dell’Uci, per il quale le origini di tale scelta in capo alle aziende agricole saccensi è da rintracciare nella mancata remunerazione dell’uva. Se il prodotto avesse il giusto riconoscimento economico, gli agricoltori non si sognerebbero di vendere le autorizzazioni al reimpianto», dichiara Paolo Mandracchia.

Si tratta talvolta di scelte obbligate e di una situazione che comunque non riguarda tutto il territorio.

A Menfi, dove i viticoltori ricevono la giusta remunerazione al prodotto finito, conclude il presidente dell’Uci, le autorizzazioni al reimpianto vengono utilizzate dalle stesse aziende che le richiedono..

fonte rmk.it


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