Ho avuto la conferma che qualcosa era cambiato, tra me e l'Italia, quando ho sentito gli italiani battere le mani all'atterraggio e invece di vergognarmi ho sorriso.(Che poi non è, come si crede, un'abitudine solo italiana. In questi giorni sto traducendo i racconti di Junot Díaz e ho scoperto che lo fanno anche i dominicani, per esempio.)
Quando è possibile ribattezzo sempre gli studenti americani con l'equivalente italiano del loro nome. A loro piace tanto potersi chiamare Giovanni, Cristina o Cinzia. Ieri sera però è arrivata una nuova studentessa: Genevieve. Le ho detto che è fortunata ad avere un nome francese.
Conversazione via skype con la mamma:"Ciao mamma.""Pronto, mi senti?""Sì, ti sento.""Pronto, mi senti?""Sì, ti sento, tu mi senti?""Pronto, mi senti?""SÌ TI SENTO, TU MI SENTI?!?""Sì che ti sento, cosa urli?"