Vignette e aforismi su dio e la religione

Creato il 21 gennaio 2012 da Mente Libera

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C’è una sola religione, benché ne esistano un centinaio di versioni.
G. B. Shaw

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“La compassione è la mia semplice religione. Non c’è bisogno di templi; non sono necessarie filosofie complicate. Il nostro cuore è il nostro tempio; la filosofia è la gentilezza.”
Dalai Lama

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Nel suo aspetto attuale, la religione è la negazione stessa della verità.
- J. Krishnamurti

“La religione è considerata vera dalla gente comune,falsa dalle persone sagge,utile dai governanti”
Seneca

“Non seguo assolutamente nessuna religione: credo che la vita sia un processo e che l’uomo sia il prodotto di se stesso…
“La fonte di tutti i problemi nelle religioni è da attribuire a dottrine, regole e pregiudizi.”

B . Lee

“Se si potesse ragionare con le persone religiose non  esisterebbero persone religiose”
Dr.House

Le religioni sono come le lucciole: per splendere hanno bisogno delle tenebre.
Schopenauer

La mia religione consiste in una umile ammirazione dello spirito superiore e infinito il quale si rivela nei dettagli minuti che riusciamo a percepire con le nostre menti fragili e deboli. Ecco la mia idea di Dio, la convinzione profondamente emotiva della presenza di una razionalità suprema che si rivela nell’universo incomprensibile.
A. Einstein

Nella fase giovanile dell’evoluzione spirituale dell’uomo la fantasia umana creò a propria immagine divinità che supponeva dovessero determinare il mondo fenomenologico. L’idea di Dio nelle religioni insegnate oggi, è una sublimazione di quell’antica concezione degli dèi. Il suo carattere antropomorfico è dimostrato, per esempio, dal fatto che gli uomini si rivolgano all’Essere Divino con preghiere, e ne implorino l’esaudimento dei propri desideri.
Einstein

“La parola dio per me non è nulla se non l’espressione di un prodotto della debolezza umana, la bibbia una collezione di onorevoli, ma pur sempre puramente primitive, leggende che sono comunque piuttosto infantili. Nessuna interpretazione per quanto sottile può cambiare questo fatto. Per me la religione ebraica, così come tutte la altre religioni, è una incarnzazione delle più infantili superstizioni”
Albert Einstein

La religione cristiana era nelle intenzioni una rivoluzione politica che, fallita, divenne poi morale.
Goethe

Innamorarsi è dar vita ad una religione il cui dio è fallibile.

G. L. Borges

“La mia concezione della religione è quella espressa sin dai tempi antichi da Lucrezio. La considero una malattia nata dalla paura e causa di indicibile sofferenza per la razza umana.”
Bertrand Russel

La religione è uno dei maggiori ostacoli che dobbiamo affrontare nel mondo d’oggi- Frank Zappa

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 Dio è amore significa che il cuore è il Dio dell’uomo  

  Il dogma è nient’altro che un esplicito divieto di pensare.  

Il miracolo, esaminato attentamente, null’altro esprime se non appunto la potenza taumaturgica della fantasia, che senza contraddizione adempie tutti i desideri del cuore.

Il miracolo scaturisce dal sentimento, e finisce nel sentimento. Il modo stesso in cui è narrato rivela questa sua origine. La narrazione che gli si conviene è soltanto la narrazione sentimentale.

L’uomo afferma in Dio ciò che nega in se stesso.

l’dea è un riflesso del mondo

Alienazione Secondo Feuerbach -> l’uomo nel processo di creazione di un essere superiore (identificato in Dio) si scinde: estranea da sé stesso caratteristiche proprie (dell’uomo) per creare una potenza che è superiore a lui, alla quale si sottomette.

Porre alcunché in Dio, o derivare alcunché da Dio, null’altro significa che sottrarlo al controllo della ragione, significa porre alcunché come indubitabile, come inviolabile, come santo, senza volerne spiegare il perché.  

L’uomo proietta la sua essenza fuori di sé… l’opposizione del divino e dell’uomo è un’opposizione illusoria… tutte la caratteristiche dell’essere divino sono caratteristiche dell’essere umano.

Il mondo non ci è dato attraverso il pensiero, il pensiero, almeno, metafisico e iperfisico che astrae dal mondo reale e ripone in questa astrazione la sua vera, suprema essenza; ci è dato attraverso la vita, l’intuizione, i sensi.

La provvidenza è un privilegio dell’uomo; esprime la superiorità dell’uomo sugli altri esseri naturali; lo sottrae alla concatenazione di tutto l’universo.

Quanto più s’allarga la nostra conoscenza dei buoni libri, tanto più si restringe il cerchio degli uomini la cui la compagnia è gradita.

L’oggetto caratteristico della fede è il miracolo, fede è fede nel miracolo, fede e miracolo sono assolutamente inscindibili. (Feuerbach)

Siamo posti nel seno della natura, eppure il nostro inizio, la nostra origine dovrebbe trovarsi fuori della natura? Viviamo nella natura, con la natura, della natura, eppure non deriveremmo da essa? Che contraddizione!

L’unità è sterile, fecondo è solo il dualismo, l’opposizione, la differenza.

Solo nell’origine si può riconoscere la vera natura di una cosa. Dapprima l’uomo inconsapevolmente e involontariamente crea Dio secondo la propria immagine e, solo allora, questo Dio – a sua volta consapevolmente e volontariamente – torna a creare l’uomo secondo la propria immagine. Nello svolgimento della religione ebraica, più che in ogni altra, troviamo la conferma di ciò.

Per arricchire Dio, l’uomo deve impoverirsi; affinché Dio sia tutto, l’uomo deve essere nulla. […] Ciò che l’uomo sottrae a se stesso, ciò di cui per sua natura è privo, se lo gode in Dio in misura incomparabilmente maggiore.

Lo Spirito Santo deve la propria esistenza personale soltanto a un nome, a una parola […] che sta a rappresentare unicamente il sentimento e l’entusiasmo religioso, l’amore e l’anelito della creatura verso il creatore.

Il tempio non è che una testimonianza del valore che l’uomo attribuisce agli edifici. I templi in onore della religione sono in realtà templi in onore dell’architettura.

L’uomo nella preghiera si rivolge all’onnipotenza della bontà, ossia: egli adora il proprio cuore, contempla il proprio sentimento come l’essere sommo, divino….. L’essenza più profonda della religione si rivela nell’atto più semplice della religione: nella preghiera, un atto che dice infinitamente più, o almeno tanto quanto il dogma dell’incarnazione, benché la teologia proclami quest’ultimo il sommo mistero.

Il nostro compito è appunto di mostrare che la distinzione fra il divino e l’umano è illusoria, cioè che null’altro è se non la distinzione fra l’essenza dell’umanità e l’uomo individuo, e che per conseguenza anche l’oggetto e il contenuto della religione cristiana sono umani e nient’altro che umani.

Per il cristiano è certa, reale soltanto l’esistenza del dio cristiano, per il pagano l’esistenza del dio pagano.

Il senso di dipendenza dell’uomo è il fondamento della religione; ma l’oggetto di questo sentimento, ciò da cui l’uomo dipende e si sente dipendere, non è altro, in origine, che la natura. La natura è l’oggetto primo, originario della religione, come dimostra ad usura la storia di tutte le religioni e di tutti i popoli.

Religione significa riconoscere ciò che io sono, prenderne atto. Ma, anzitutto, io non sono un essere che possa esistere senza luce, senz’aria, senz’acqua, senza terra, senza cibo, indipendentemente dalla natura.

È una pura fantasia che l’uomo abbia potuto elevarsi al di sopra dello stato animale solo grazie alla provvidenza, all’assistenza di esseri “sovrumani” – dei, spiriti, geni, angeli.

L’essere divino che si rivela nella natura non è altro che la natura stessa, che si rivela, si presenta e si impone all’uomo come un essere divino.


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