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La Battaglia è finita, ma la Guerra è ancora in corso e nuove politiche di alleanze e vendette potrebbero dare luogo ad esiti inaspettati: Unforgiven, sesto episodio della seconda stagione di Vikings, rappresenta un momento di transizione nell’economia della serie, destinato probabilmente a sistemare sulla scacchiera alcune delle pedine che segneranno le mosse di Ragnar Lothbrok nel corso dell’atteso e imprevedibile finale di stagione.
Abbiamo parlato spesso di Ragnar come di un uomo illuminato e in grado di guardare oltre i limiti del modus vivendi del suo stesso popolo, arrivando a concepire non solo l’opportunità di esplorare nuove terre ma perfino di colonizzarle; nessuna di queste caratteristiche è in discussione, ma Ragnar resta comunque un guerriero cresciuto in un mondo dove una morte eroica per raggiungere il Valhalla è benvenuta, quindi non c’è da stupirsi che nonostante la disponibilità al perdono dimostrata in passato nei confronti delle persone davvero importanti per lui ( Rollo, Athelstan) non concepisca la possibilità di superare il contrasto con Jarl Borg neppure in funzione dell’obiettivo di tornare nel Wessex con un numero adeguato di navi e uomini in armi: curioso, attento, aperto a nuove prospettive ma sempre e comunque un Vichingo, determinato a non assolvere ( anche Aslaug, da pessima consigliera diplomatica e gran dama di egoismo, ci mette del suo) colui che ha fatto soffrire la sua famiglia.
Mentre Ragnar gioca le sue carte azzardando una mano che potrebbe costargli il ritorno in Inghilterra, qualcun altro si muove nell’ombra alla ricerca di una via per riscattarsi: sembrano passati secoli da quando Siggy era la moglie del defunto Earl Haraldson, ma dopo essere stata a servizio di Lagertha prima e di Aslaug poi ( con la prima c’era un rapporto di fiducia e amicizia, mentre con la seconda si tratta solo di convenienza obbligata) la donna cerca a tutti i cosi di riottenere il favore degli Dei, ma la sensazione che il gioco le stia sfuggendo di mano inizia a farsi sentire.
Nel Wessex, Athelstan continua a interagire con Re Ecbert scoprendo la sua inaspettata apertura nei riguardi della cultura e delle tradizioni pagane ( interessante inoltre che l’uomo sia cresciuto proprio alla Corte di Carlo Magno): è un po’ cinico forse decretare che il giovane monaco mostri tutti i sintomi di una serie Sindrome di Stoccolma, ma tenendo presente le sue recenti sofferenze e l’inevitabile gratitudine verso l’uomo che gli ha effettivamente salvato la vita, non è difficile comprendere i suoi sentimenti; il momento che attendiamo con maggior trepidazione è senza dubbio quello del ritorno di Ragnar, quando Athelstan sarà costretto ha scegliere una volta per tutte a quale gentile carceriere votare la propria lealtà.
La svolta più interessante di Unforgiven riguarda però un altro personaggio amatissimo dello Show: non più disposta a patire umiliazioni dal suo secondo marito, Lagertha prende una drastica decisione che potrebbe portarla già dal prossimo episodio a conquistare una posizione di potere assoluta e inaspettata; d'altronde, nessuno dei protagonisti di Vikings lo meriterebbe più di lei.
Vikings 2×06 recensione dell’episodio con Travis Fimmel
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