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"Combattete! Combattete fino alla morte": l'urlo di battaglia, pronunciato furiosamente sulle mura di una Parigi assediata, non proviene da un grande guerriero vichingo ma dal coraggio della Principessa Gisla, figlia di un Imperatore troppo vigliacco per dare sostegno ai suoi uomini e decisa a difendere la sua patria contro la furia del nemico a qualsiasi prezzo, dandoci un chiaro segnale di come i nuovi personaggi appena introdotti nell'universo di Vikings non siano meno ricchi di fascino e interesse di quelli che abbiamo imparato ad amare da tempo; dopo lunga ed estenuante attesa, Ragnar ha dunque scagliato il suo attacco contro la capitale Francese in un episodio da brivido, pronto a spiazzare il suo pubblico con spettacolarità e tensione senza avere nulla da invidiare a serie dal maggior capitale e con un fan base consolidato.
To The Gates non indugia oltre nella preparazione alla battaglia e passa direttamente all'azione, coi vichingi pronti ad attaccare la città su due fronti sotto la guida di Floki, certo del successo delle sue macchine da Guerra, e Lagertha, impegnata con Kalf nel tentativo di trovare una breccia alle porte della città: Ragnar resta a guardare e non dice una parola, completamente assorbito dal miraggio di una conquista nutrito più dal dolore per la morte di Athelstan, un vuoto profondo che il re vichingo sembra non riuscire a colmare in alcun modo, che dal vero desiderio di sottomettere i francesi.
Realizzata con un' ottima CGI Parigi risplende di una maestosità senza pari, ma la permanenza dei nostri protagonisti si rivela essere essere tutt'altro che lieta dinanzi alla superiorità delle tecniche militari dei francesi, galvanizzati dall'instancabile determinazione della principessa Gisla (un altro personaggio femminile forte da tenere d'occhio e un perfetto match per Rollo, se la Storia farà il suo corso); dopo un'ascesa quasi inarrestabile è arrivato anche per Ragnar il momento di fare i conti con la sconfitta, simbolicamente incarnata da una devastante caduta dalle mura della città, appena un fotogramma prima di scomparire nei sogni di gloria del guerriero: a darci però maggiore soddisfazione è la caduta di Floki, sicuro del favore degli Dei al limite del fanatismo e costretto a fare i conti col rovinoso fallimento del suo disegno.
Quando Vikings è iniziato, la naturale e instancabile curiosità di Ragnar Lothbrok ci aveva subito promesso che saremmo arrivati lontano, ma mai avremmo immaginato che la serie sarebbe stata in grado di raggiungere livelli così elevati: grazie ai Vichinghi e a tutti i popoli che continuano ad arricchire la serie di History Channel, i secoli bui non sono mai stati così luminosi.
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