L’universo seriale è ormai in continua ed implacabile espansione. A regolarne il ciclo evolutivo però non sono incontri di buchi neri, ne tanto meno collisioni tra stelle a neutroni, ma le nuove uscite di serie tv come Vikings; prodotti forti che hanno definitivamente sconvolto le modalità della fruizione mediatica, distruggendo le nostre speranze (mai sopite) di trovare il tempo per leggere di più, andare in palestra, o concludere una sessione d’esame degna di questo nome.
Le venti puntate della quarta stagione di questo drama storico sono ancora in corso d’opera, ma già da History Channel (casa di produzione made in Canada a cui si deve il debutto della serie), trapelano le prime indiscrezioni sul prossimo capitolo, ancora una volta partorito dalla penna di Michael Hirts.
Quando cominciano ad apparire numeri maggiori di tre accanto al nome di una serie tv, viene subito da chiedersi a cosa sia dovuto un tale successo di pubblico o di critica. A volte, come nel caso di Cento Vetrine, questa domanda giace senza risposta alcuna. Ma di certo non è questo il caso.
Non si può negare infatti che Vikings sia un gioiello raro, brillante come gli occhi di cristallo del suo protagonista, Travis Fimmel, il burbero australiano che veste i panni del leggendario vichingo Ragnar Loðbrók. Un signor nessuno, quest’ultimo, ignorato dalla nostra storiografia, ma di sicuro non un “tipino” da niente, se si pensa che nell’Ottocento (senza Mille davanti) avrebbe assaltato e razziato Inghilterra e Francia, dopo aver riunito sotto il suo comando Svezia e Danimarca. Niente male, non credete?
A garantire l’effetto planetario causato da Vikings non concorrono soltanto gli intrighi, i dialoghi ad effetto, le scene di guerra e il buon vecchio sangue. Quello che colpisce è come History sia davvero riuscita nel suo obiettivo di spostare violentemente il nostro sguardo sulla Storia, spingendoci a forza nei drakkar di quercia che sfidavano i ghiacci scandinavi, stagione dopo stagione, alla volta del mondo oltre il mare. Quel mondo cristiano dal quale ci risulta sempre difficile spostare la visuale.
Come ci sono riusciti stavolta? Semplicemente facendo gioco-forza su ciò che c’è di più appetitoso nella cultura vichinga ovvero, oltre alla proverbiale mancanza di bon ton, una cosmogonia che spacca e che sostituisce al nostrano “In principio era il verbo” un ancestrale scontro al cardiopalma, tra Dei armati di asce e martelli e mostri mitologici. Tra giganti di fuoco e serpenti fuoriusciti dagli abissi. Mantenendo però un realismo totale ed efficace.
Vikings, anticipazioni dalla quinta stagione della serie: nel cast arriva a sorpresa anche Jonathan Rhys-Meyers
Al crepuscolo degli Dei a cui assistiamo nella serie in questione, fortunatamente non corrisponde quello degli idoli. A far saltare i posteriori dei fan dalle sedie, infatti, è arrivato l’annuncio ufficiale che nella quinta stagione di Vikings ci sarà anche Jonathan Rhys-Meyers; attore, modello e musicista irlandese. Se il nome non dovesse dirvi niente, vi basti sapere che è uno dei sex symbol più in voga del momento, di cui (a riprova) alleghiamo una foto.
Rhys-Meyers, dopo il grande debutto Glam-Rock in Velvet Goldmine, e la consacrazione con Woody Allen in Matchpoint, ha fatto ulteriormente parlare di se per la recente interpretazione di un Enrico VIII incredibilmente androgino, nella serie storica I Tudors.
Ma cosa si sa di questa quinta stagione? Purtroppo, ancora ben poco. Nel comunicato stampa della casa produttrice, volutamente scarico di informazioni, leggiamo soltanto che si tratta di altre venti puntate le cui riprese inizieranno nella prossima estate. In onda, invece, si andrà soltanto nel 2017, molto probabilmente sempre sugli stessi canali, che per l’Italia, lo ricordiamo, consistono nel servizio On demand TIMVision, e nel successivo passaggio in chiaro su Rai4.
Il ruolo della star nella stagione rimane invece avvolto nel mistero. E allora spariamoci questa quarta stagione cercando di non morire di curiosità. Anche perchè solo chi vivrà, vedrà.