Produzione: History
Origine: Irlanda, Canada
Anno: 2013
Episodi: 9
La trama (con parole mie): Ragnar Lothbrok, figlio del profondo Nord, guerriero, padre e marito, medita da tempo di andare oltre all'idea delle semplici razzie ordinate dal suo Conte, Haraldson, costruendo una nave che lo conduca ad Ovest, alla scoperta di nuove terre.Disobbedendo agli ordini dello stesso Conte, Ragnar giungerà in Inghilterra, dando inizio ad un'avventura che accrescerà la sua fama tra le tribù vichinghe, lo porterà al conflitto con Haraldson e ad una nuova fase della sua vita, ricca di successi e riconoscimenti ma non per questo meno difficile da affrontare.Cosa attenderà, dunque, questo guerriero ed esploratore apparentemente prescelto da Odino?E come cambierà la sua famiglia, a seguito degli eventi che la vedranno coinvolta?Gli uomini che da sempre sono al suo fianco rimarranno fedeli all'idea, ai sogni e alla persona di Lothbrok?Solo il Tempo, il sangue e, forse, gli Dei e gli Uomini, conosceranno la risposta.
Nel corso degli anni, come per il grande, il piccolo schermo ha finito per presentare, di tanto in tanto, proposte così clamorosamente fordiane da finire per essere promosse quasi a scatola chiusa: una di queste è senza dubbio Vikings, giunta in clamoroso ritardo su questi schermi dopo un timido affacciarsi del pilota un paio di estati or sono, quando ancora eravamo scossi dall'onda lunga del finale - splendido - di Spartacus.
Rimasto ai box non si sa neppure per quale motivo - in fondo, l'impressione di quella visione fu buona, e ricordò al sottoscritto proprio le atmosfere della saga del gladiatore ribelle -, approfittando di un periodo di magra dal punto di vista delle serie tv "da tavola", Ragnar Lothbrok e i suoi compari hanno fatto il loro esordio in casa Ford conquistando al volo la mia approvazione grazie ad atmosfere splendide, violenza, sesso a profusione, un buon numero di intrighi ed un'ottima alternanza tra passaggi decisamente fisici ed action ed altri di grande potenza lirica - si veda la chiusura della quasi psichedelica puntata "Il sacrificio", forse l'episodio che è riuscito a colpirmi di più, cinematograficamente parlando -, supportati da un cast decisamente in parte capitanato dal Charlie Hunnam del profondo Nord Travis Fimmel, perfettamente in parte nel ruolo di un protagonista coraggioso e carismatico, perfettamente descritto dal termine "cocky" di kidrockiana memoria.Nove episodi, dunque, ricchi di avvenimenti e distribuiti lungo un arco di tempo notevole rispetto a quanto di norma accade nel corso della normale season di una serie, a partire dalla volontà di Ragnar di esplorare l'Ovest contro il volere del suo conte - un riesumato Gabriel Byrne - fino al conflitto con il conte stesso, passando dunque ad una seconda fase dedicata ai viaggi ed alle razzie nell'allora Inghilterra - ben resi i confronti tra i cattolici anglosassoni ed i "barbari" vichinghi - per concludere con l'esplorazione del mondo degli uomini del Nord, a partire dalle usanze religiose - e di nuovo torna il già citato episodio "Il sacrificio" - fino alle gerarchie tra il re ed i conti delle numerose e spesso molto distanti tribù.
Volontà di lottare e di godere, rivalità in fieri - tra gli spunti più interessanti per la seconda stagione, il rapporto decisamente complesso tra Ragnar ed il fratello Rollo, ma sono sicuro che anche Lagertha, moglie di Ragnar, e la sua nuova fiamma Aslaug faranno scintille -, l'esplorazione di un mondo selvaggio e crudele, all'interno del quale soltanto i più forti, o i più fortunati finivano per sopravvivere a carestie, malattie, guerre ed un rapporto con la Natura certamente più diretto e difficile di quello che abbiamo ora.
Dal punto di vista storico è interessante notare la ricostruzione ed immaginare quanto dura potesse essere la vita anche quotidiana ai tempi, malgrado senza dubbio l'approccio più diretto e "pane e salame" dei vichinghi, che per quanto mi riguarda e nonostante alcuni riti decisamente fuori da ogni logica - i sacrifici umani in primis - risultano più comprensibili e decisamente alla mano degli spocchiosi e poco sopportabili inglesi cattolici: da questo punto di vista l'introduzione e lo sfruttamento del charachter di Athelstan, monaco rapito da Ragnar alla prima razzia in terra inglese divenuto non solo una guida del mondo occidentale per il vichingo, ma anche e soprattutto un occhio razionale e più sensibile posto innanzi alla dura fisicità anche culturale dei vichinghi.
Forse ho finito per essere fin troppo rosicato con il voto, ma ho pensato che una proposta di questo tipo, con così tanti personaggi in grado di evolvere ancora e sottotrame da risolvere, possa puntare ad un'escalation qualitativa così impressionante da richiamare davvero alla memoria le gesta qui al Saloon celebrate con grandi brindisi del trace che fece tremare l'Impero Romano.
MrFord
"When the winds of Valhalla run cold
be sure that the blood will start to flow
when the winds of Valhalla run cold
Valhalla."Black Sabbath - "Valhalla" -
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