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Villa " La Generala"

Creato il 18 ottobre 2012 da Sirio

Questa villa fa parte  della Torino un po'  meno conosciuta,quella che io prediligo in quanto fa parte di quegli itinerari che non rientrano in quelli classici.
Fu costruita nel 1650 - 70 come residenza di campagna di Giovan Battista Truchi, generale delle finanze del duca Carlo Emanuele II e barone del Lingotto.
Passato di proprietà, l'edificio accolse un ricovero per ragazze povere che cucivano il vestiario delle truppe.
Ai primi dell' 800 divenne ospedale militare, poi fabbrica chimica d'indaco (1818), prigione femminile (1838) e "correzionale per giovani discoli" (1845).
Ancora oggi, il carcere minorile Ferrante Aporti  è conosciuto come "La Generala".
Don Bosco e i ragazzi della Generala
Le nuove leggi, finalmente, non costringevano più i ragazzi a rimanere in carcere con gli adulti; si stavano creando i riformatori per i minori.
Fin dall'apertura, avvenuta nel 1845, don Bosco inizio' a frequentare i ragazzi della Generala.
La svolta avvenne un giorno, durante un incontro con il ministro Urbano Rattazzi .
Rattazzi si interessava all'opera di don Bosco ed al lavoro che svolgeva con i ragazzi di strada; un giorno gli chiese se il suo sistema di educazione fosse applicabile anche ai ragazzi della Generala.
- E perché no? - rispose don Bosco.
Alla Generala i ragazzi erano divisi in tre categorie  :  sorvegliati speciali, ragazzi per i quali si applicava il sistema di isolamento notturno; i sorvegliati normali, ragazzi per i quali si applicava una sorveglianza attenuata e i pericolanti, ragazzi inviati dalle famiglie (ecco una situazione identica al '700, quando i ragazzi finivano all'Ergastolo).
Don Bosco incontrava ragazzi di tutte e tre le categorie.
Un giorno, nel 1855, decise di fare una cosa speciale: volle portarli tutti a fare una passeggiata fino a Stupinigi.
La proposta lasciò esterrefatto il povero Direttore che non poteva certo autorizzare una simile cosa; subito don Bosco pensò di rivolgersi direttamente al Ministro dell'Interno cioè al Rattazzi.
Il Ministro gli propose di mettere, lungo il percorso, dei carabinieri in borghese, ma don Bosco si oppose e, alla fine di una lunga discussione, ebbe la meglio: sarebbe uscito con tutti i ragazzi, senza nessuna scorta.
Circa 300 ragazzi della Generala s'incamminarono nel giorno del lunedì dell'Angelo per fare quella che in Piemonte si chiama "la merendina", cioè la scampagnata del giorno di Pasquetta.
La colonna si allontanò dalla Generala, con in testa don Bosco che teneva per la Cavezza un asinelio appesantito da una parte dei viveri; gli altri viveri erano portati direttamente dai singoli ragazzi.
Arrivati a Stupinigi, lungo il fiume Sangone, mangiarono e giocarono per tutto il giorno.
All'ora stabilita, il corteo dei ragazzi, guidato da don Bosco, mestamente rientro' alla Generala: nessun ragazzo era scappato e tutti, prima di rientrare abbracciarono e ringraziarono il loro benefattore.
Il primo ministro aveva detto che non ne sarebbero rientrati nemmeno dieci , rientrarono tutti.
Molte volte chiesero a don Bosco di scrivere dei libri per spiegare il suo metodo pedagogico; non ne scrisse nemmeno uno.
Lascio' solo nove pagine di "pensieri".
Una delle prime sue frasi era: "Questo sistema si appoggia tutto sopra la ragione, la religione e sopra l'amorevolezza. Esclude ogni castigo violento e cerca di tenere lontani gli stessi castighi leggeri".
Le notizie storiche che ho raccolto e proposto, le ho ricavate da "Storie di Torino" e  "L'altra Torino - 24 centri fuori dal centro" , oltre ad essere naturalmente andato in Corso Unione Sovietica, a vederla "in loco".
P.S. Per ovvi motivi, i due scatti li ho eseguiti solo dall'esterno.


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