VILLAGERS - Becoming a Jackal (2010)

Creato il 20 gennaio 2011 da Restoinascolto

Mi è rimasto dell’inchiostro datato 2010 nella penna e si sa è buona consuetudine liberarsi delle cose del vecchio anno prima di attingere a cose da dedicare al nuovo, e si spera, promettente anno. Mi ero impegnato di parlarvene e inevitabilmente lasciarvi l’ascolto più approfondito di questo disco a nome The Villagers, aka Conor J. O’ Brien giovane dublinese, patrono del progetto di cui sopra, che da un paio di anni si aggira nei sotterranei indie senza aver suscitato fino ad ora grandi entusiasmi. Poi la svolta, un disco marchiato Domino (che si sa non è certamente avversa ad operazioni del genere) quasi sempre griffa di qualità. Lui, il Villagers, si fa pregio di una matrice compositiva, (non più tanto rara oggigiorno e fatta di cantori e menestrelli come Sufjian Steven, Eugene Mc. Guinness, Andrew Bird, Divine Comedy,Owen Pallet), di provenienza classica- e pensiamo a Dylan,Young, Van Morrison, Drake, Paul Simon, senza dimenticare l’intensità di Elliot Smith, con improvvisi inserimenti pop sinfonici ed evoluzioni spesso tormentate ed inquiete intrise di spleen e profonde al punto giusto. A volerla dire tutta il suo stile, la sua tendenza a giocare con il mood e la sensiblità individuale ci porterebbe a pensare che una qualche traccia in lui la abbiano lasciata anche personaggi come Scott Walker o Robert Wyatt. Il disco in questione, una sorta di viaggio onirico tra monologhi di fantasmi in non luoghi sommersi al margine di paure inconsolabili dove solo i protagonisti sanno vedere ciò che è impenetrabile, è dotato di melodie nitide provviste di indicazioni folk, che spesso si distendono su impalpabili e flessuosi arpeggi di chitarre per poi lasciare il passo ad orchestrazioni educate e garbatamente invadenti. Senza ombra di dubbio un ascolto valido ed appagante. Almeno per il firmatario. Parafrasando un vecchio adagio oserei affiancare il lavoro di O’Brien al lavoro di quei contadini dalle scarpe grosse ed il cervello fino. Le scarpe non saprei, ma il cervello di certo è di gran lunga aguzzo. Buon ascolto.
Giamp

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