11 marzo – 6 luglio 2014 «Van Gogh era una di quelle nature di una lucidità superiore che permette loro in ogni circostanza di vedere più lontano, infinitamente e pericolosamente più lontano del reale immediato e apparente dei fatti. E che sono perciò piene di intuizioni, di premonizioni, di prescienze, di divinazioni, che hanno sempre costituito un disagio incombente per la coscienza d’ogni giorno, dico la coscienza volgare e comune d’ogni giorno, la quale da un secolo si è inventata la psichiatria come difesa». Queste parole di Antonin Artaud sulla sensibilità e l’opera dell’artista olandese, sono tratte dalla sua opera Van Gogh le suicidé de la société (Van Gogh Il suicidato della società – in Italia edito da Adelphi). E’ proprio questo il tema della mostra curata da Isabelle Cahn, conservatrice capo presso il Museo d’Orsay, il cui titolo, Van Gogh/Artaud. Il suicidato della società deriva proprio dal saggio di Artaud scritto in occasione di una retrospettiva dedicata al pittore olandese che si svolse nel 1947 a Parigi e su invito del gallerista Pierre Loeb che ben conosceva l’esperienza in clinica psichiatrica di entrambi gli artisti. Nelle prime pagine di questo saggio Artaud scrisse: «Una mostra di quadri di van Gogh è sempre una data nella storia,non nella storia delle cose dipinte, ma nella storia storica semplicemente.Perché non c’è carestia, o epidemia, o esplosione vulcanica, o terremoto, o guerra, che rovesci le monadi dell’aria, che torca il collo alla figura torva di fama fatum, il destino nevrotico delle cose,quanto un dipinto di van Gogh, – restituito alla luce,ridato alla vista,all’udito, al tatto,all’aroma,sui muri di una mostra, – lanciato infine come nuovo nell’attualità corrente, rimesso in circolazione».
«Contraddicendo la tesi dell’alienazione, Artaud s’impegnò a dimostrare come la lucidità suprema di Van Gogh turbasse le normali coscienze. Nell’estremo tentativo di impedirgli di pronunciare “insopportabili verità”, coloro che si sentivano minacciati dalla sua pittura, spinsero l’artista al suicidio» Così leggiamo sul sito della mostra che spiega inoltre: «Basandosi sulle categorie e sulle designazioni singolari evidenziate da Artaud nell’opera Van Gogh le suicidé de la société [Van Gogh Il suicidato della società], il percorso espositivo si snoda attraverso una trentina di quadri, una scelta di disegni e di lettere di Van Gogh e una selezione di opere grafiche del poeta-disegnatore».
Per maggiori informazioni: http://www.musee-orsay.fr/it/accoglienza.html