Vincenzo Cerceo: "malinconica", la prossima festa della Guardia di Finanza

Creato il 17 giugno 2012 da Gaetano61

Si avvicina (21 giugno) l'anniversario di fondazione della Guardia di Finanza, che quest'anno coinciderà anche con il passaggio delle consegne tra il comandante uscente, Di Paolo, e il nuovo, Capolupo. Vincenzo Cerceo,  colonnello in congedo ed esponente del Movimento dei Finanzieri democratici, in una sua nota parla di "malinconia" a proposito dell'imminente ricorrenza, con un riferimento stretto alle vicende che hanno portato di recente il colonnelloRapetto a lasciare le Fiamme Gialle. Di seguito il testo integrale dell'intervento di Vincenzo Cerceo:""Una malinconica festa della Guardia di FinanzaLa festa per l’anniversario della fondazione della Guardia di Finanza, prevista in questo mese di giugno, assumerà, quest’anno, toni particolari, purtroppo in negativo. Riteniamo di dover dire la nostra sull’argomento, proprio per quella profonda simpatia che ancora ci lega a questo Corpo che riteniamo non adeguato alle finalità istituzionali per cui esiste, e che vorremmo riformato ed efficiente. Ancora una volta parleremo con estrema chiarezza, al di fuori di ogni remora ed opportunismo. In primo luogo avremmo voluto, semplicemente, che i molti soldi pubblici che verranno spesi per le celebrazioni in tutta Italia, fossero stati destinati a favore dei terremotati recentemente colpiti dai gravi eventi sismici nel Centro-Nord del Paese, e ci dispiace che, come già accaduto per il 2 giugno, non si sia avuta questa sensibilità. Ciò premesso, la ricorrenza celebrativa coincide quasi, questa volta, con un fatto di estrema gravità a cui, riteniamo, non è stato e non viene dato il dovuto risalto, e cioè il congedamento forzato del Colonnello Umberto Rapetto,  a capo dei finanzieri che lottarono e lottano contro la criminalità organizzata e l’evasione fiscale usando l’unico strumento che oggi può seriamente produrre risultati sostanziali in questi campi, e cioè lo strumento dell’informatica. Il Colonnello Rapetto, un tecnico concordemente riconosciuto di livello mondiale, che operava nel settore per esclusiva passione (da esperto civile avrebbe potuto condurre attività ben più lucrative) è stato indotto a lasciare il Corpo con danno evidentemente grave per la funzionalità ed efficienza di quel delicato settore.Se si vuole lottare sul serio contro l’evasione fiscale, dicono in molti,  come mai un alto ufficiale onesto (e non tutti gli alti ufficiali, sappiamo, in passato lo sono stati) e più di tutti competenti (su questo nessuno esprime dubbi) viene costretto a lasciare il servizio? Da molti non è escluso che, a questo punto, il Corpo possa ormai apparire inaffidabile per la lotta all’evasione fiscale, la quale, lo ripetiamo, non può farsi solo con le retate, che si sono sempre fatte ed hanno solo un ruolo di immagine per la propaganda dei mass-media, ma va condotta a livello di strutturalità sistematica . Tra l’altro non possiamo, a questo punto, che ricordare i numerosi scandali che hanno costellato la storia del Corpo delle Fiamme Gialle in tutto questo dopoguerra: scandalo del “Banchiere di Dio” negli anni ’50, scandalo dei petroli, della P2, della Tangentopoli milanese, scandalo del Veneto, per parlare solo dei più importanti. Un fatto che acuisce la malinconia  è che, come risulta da una lettura degli atti personali di tutti gli implicati in tali scandali, e sono quasi sempre gradi elevati, le gerarchie avevano sempre giudicato questi dipendenti che poi la magistratura ha giudicato infedeli, come eccellenti e totalmente affidabili. Una inchiesta parlamentare, che al tempo della Tangentopoli milanese l’allora presidente della Camera Violante escluse a priori, chissà perché, potrebbe chiarire molte cose nel modo di essere all’interno del Corpo, sui centri di potere che vi hanno operato, sulle ingiustizie verificatesi. E non si dica che quella posta in essere verso il colonnello Rapetto non è una grave ingiustizia.
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