Magazine Diario personale
Alta è la notte, ed in profonda calma dorme il mondo sepolto, e in un con esso par la procella del mio cor sopita. Io balzo fuori delle piume, e guardo; e traverso alle nubi, che del vento squarcia e sospinge l’iracondo soffio, veggo del ciel per gl’interrotti campi qua e là deserte scintillar le stelle. Oh vaghe stelle! e voi cadrete adunque, e verrà tempo che da voi l’Eterno ritiri il guardo, e tanti Soli estingua? E tu pur anche coll’infranto carro rovesciato cadrai, tardo Boote, tu degli artici lumi il più gentile? Deh, perché mai la fronte or mi discopri, e la beata notte mi rimembri, che al casto fianco dell’amica assiso a’ suoi begli occhi t’insegnai col dito! Al chiaror di tue rote ella ridenti volgea le luci; ed io per gioia intanto a’ suoi ginocchi mi tenea prostrato più vago oggetto a contemplar rivolto, che d’un tenero cor meglio i sospiri, meglio i trasporti meritar sapea. Oh rimembranze! oh dolci istanti! io dunque, dunque io per sempre v’ho perduti, e vivo? e questa è calma di pensier? son questi gli addormentati affetti? Ahi, mi deluse della notte il silenzio, e della muta mesta Natura il tenebroso aspetto! Già di nuovo a suonar l’aura comincia de’ miei sospiri, ed in più larga vena già mi ritorna su le ciglia il pianto.
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Non capisco
Avvertenza: questo è un post di seghe mentali narrative, pieno di spoiler. Quindi, se non siete interessati e passate oltre, avete tutta la mia comprensione. Leggere il seguito
Da Lanterna
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