Si è conclusa il 19 gennaio 2015 a mezzanotte la possibilità di partecipare al Contest Letterario di poesia “Storie di Mare” promosso da noi di Oubliette Magazine e dall’autore Mario Barbara.
Una competizione a suon di parole e versi che ha visto più di 100 partecipanti nella sezione A (short story) e nella sezione B (poesia). La giuria (Alessia Mocci, Rebecca Mais, Irene Gianeselli, Cristina Biolcati, Barbara Filippone, Rosario Tomarchio e Bernadette Amante) ha decretato i 14 finalisti, resi noti qualche giorno fa sulla Pagina Fan di Facebook di Oubliette Magazine.
Oggi, vi presentiamo i quattro vincitori del contest che riceveranno a casa una copia del libro “Storie di Mare”, edito per la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.
Tutte le opere partecipanti possono essere lette cliccando QUI.
FINALISTI
SEZIONE A
Ines Zanotti con “Il dormiente”
Anna Paola Lacatena con “La divina”
Lodovico Ferrari con “Musica per organi caldi”
Serena Maria Carlucci con “Amico Mare”
Francesca Santamaria con “Una bella casa al mare”
Vittorio Tatti con “Onde del cuore”
Monia Minucci con “Nei miei sogni c’è il mare”
SEZIONE B
Paola Pittalis con “Ho provato a guardare i tuoi occhi”
Maria Teresa Dotti con “Morendo sempre un poco”
Giuseppe Carta con “Attenzione all’ultima spiaggia”
Valentina Gelsomina con “Ricordi”
Francesca Longobardo con “Nel Mare”
Raffaele Leggerini con “Sonetto d’amore”
Andrea Polo con “Era”
VINCITORI
Anna Paola Lacatena con “La divina”
È una soddisfazione vivere in questo posto. Pervasivamente nutro ogni frutto di questa terra. Con l’etica di chi non vuol fare distinzioni di genere, di classe e d’età, democraticamente ne ho per tutti. Cerco di non farmi sfuggire neppure i prodotti dell’azzurro mare. Perché è anche lì che vivo.
A nere cozze o a pesci di ogni stazza, non lesino attenzioni. Il potere è nell’essere presenti. E io ci sono. Chi potrebbe con certezza affermare il contrario?
Poco importa se non raccolgo simpatie. Dubito che qualcuno possa innamorarsi di me. Al più posso fare paura. In ogni caso non lascio indifferenti.
Va bene uguale. In fondo che mi cambia. Non è romantico questo mare che amoreggia con sbuffanti ciminiere, disegnate all’orizzonte?!
Che bella Taranto. Che bello il suo mare. Che bello esserne padrona divina. Il mio nome?… DIO(ssina).
Monia Minucci con “Nei miei sogni c’è il mare”
Nei miei sogni c’è il mare, una mirabolante visione di pece nera. Un caos di schegge brillanti e corrotte, impastate di stelle, sogni, demoni e inconscio, spolverati col finissimo zucchero a velo della luna. Nei miei sogni c’è il mare di quando ero piccina, un mare pacificato e colorato che si ritrae sotto i miei passi, come uno strascico elegante. Io lo guardo, ma non mi riconosce, cancella le orme di ieri e restituisce le ombre lunghe dei miei torti. Di fronte a questa immensità, le mie stagioni più belle sono fiorite come giunchi. Giocava con me, la notte imbevuta di ombre, a contare le stelle, ma il tempo appassisce le voglie e piega la schiena. Nei miei sogni, ora, il mare, compone la sinfonia delle carezze che mi consola.
Giuseppe Carta con “Attenzione all’ultima spiaggia”
Senza troppo pudore
miriadi di farfalle hanno sorvolato
i cieli intricati della mia indolenza.
Colorate di avvenire
hanno colorato di presente le mie fantasie,
ma il rammarico dell’illusoria felicità,
consumandone la genialità,
le ha polverizzate nel proprio destino,
ognuna col suo difforme passo giocondo.
Scompare nelle allucinazioni
la morale,
si dilegua nel bagliore assordante
dei miei vani e stupiti progetti sprecati
il sorriso,
privo di senno altruistico
e di una realtà inabissabilmente ultima,
che il futuro
comunque
smentirà.
Andrea Polo con “Era”
La città di notte
poi l’ho vista di giorno
e mi è parsa sporca
mi è parso triste
un uomo che camminava
mi è parsa triste
una donna sola
mi è parso triste
un vecchio su una panchina
mi è parso triste
un albero incatenato nel cemento
ho visto
la luce che gridava
entrando in una casa
mi è parso di vedere un volto
dietro una finestra che sognava
ho sentito
il rumore di un fiore
che usciva da una fessura
di un marciapiede
e mi è parso di esserlo
una mattina in mezzo alla folla.
I vincitori saranno contattati via email per l’invio del premio.
Complimenti ai vincitori, finalisti e partecipanti!
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