Questa mattina il quotidiano L’Adige (Il Pd tuona contro i meteorologi), ci informa che il responsabile nazionale del Turismo Democratico, tale Armando Cirillo, ha sposato la teoria zaiana e mellariniana della lotta alle previsioni meteorologiche. Ora, a parte che le previsioni si chiamano previsioni proprio perché sono ipotesi e non certezze (Previsione meteorologica: esame delle condizioni atmosferiche che consente di ipotizzare il loro probabile evolversi in un determinato periodo futuro, generalm. limitato, diz. Hoepli), e a parte che da sempre “el temp, el cul e i siori, i fa quel che i vol lori” (per i non trentini: il tempo, il culo e i signori fanno ciò che vogliono), a parte tutto questo, mi viene da fare una considerazione. Piuttosto banale.
Nelle dichiarazioni di questi scienziati dadaisti (Zaia, e si capisce, Mellarini, e si capisce, e il democratico Cirillo, e si capisce meno o benissimo a seconda dei punti di vista), si intravedono le stigmate ideologiche di un sistema di pensiero unilaterale e unidimensionale, che mette al centro dell’azione politica e della visione di società, unicamente ed esclusivamente, l’interesse dell’impresa, in questo caso del’impresa turistica. I consumatori, soggetti deboli, in questo orizzonte violentemente classista scompaiono, anche come portatori di interesse. Qualcuno ipotizza l’eventualità di chiedere i danni ai dispensatori di nuvolette digitali, che talvolta sbagliano. E va bene. Ma a questo punto, perchè a qualcuno non viene in mente che anche i consumatori, in caso di vacanze infradiciate dalla pioggia, potrebbero avere il sacrosanto diritto di chiedere un risarcimento agli albergatori?
Ps: a difesa delle previsioni meteo digitali. Io non consulto mai metotrentino.it. Il mio sciamano preferito è un’agenzia digitale americana, che ha il suo quartier generale in Pennsylvania: AccuWeather, Sul mio smartphone le previsioni meteo arrivano accuratissime e in tempo reale con precisione millimetrica.