partecipa al nostro quiz su: quanto conosci del vino bianco?
Il vino bianco dolce
Il vino bianco dolce che oggi viene prodotto si rivolge alla clientela che desidera accompagnare i dessert con del buon vino. Quello dolce infatti è molto più indicato rispetto alla consuetudine di qualche anno fa di bere spumante con la pasticceria, sia secca che cremosa, abitudine probabilmente derivata dalla tradizione natalizia, con le molte offerte di vendita che vedevano gli spumanti uniti ai panettoni ed ai pandori. Anche se questa scelta non è del tutto errata, non rientra comunque nei canoni classici dell'enologia, in quanto l'acidità dello spumante, comunque presente anche nei prodotti dolci, mal si abbina con gli zuccheri dei desserts.
La produzione di vini dolci viene eseguita con diverse modalità, che dipendono in genere dalla regione di produzione, dal tipo di uve e dal tipo di vino che si vuole ottenere.
In Francia ad esempio è molto utilizzata la tecnica della vendemmia tardiva e della muffa nobile, mentre in Italia la maggior parte dei vini dolci viene ottenuta con l'appassimento delle uve, e in qualche cosa con la vendemmia tardiva, mentre l'attacco delle muffe nobili è quasi del tutto assente.
Quindi a seconda del procedimento si hanno diverse lavorazioni per l'ottenimento dei vini, anche con risultati diversi.
La muffa nobile
Il procedimento per l'ottenimento dei vini dolci tramite muffa nobile si realizza in modo naturale attraverso l'attacco di alcuni funghi della specie Botrytis Cynerea, che aggrediscono in genere le uve. Non sempre la Botrytis realizza l'effetto desiderato e in questo caso viene definita muffa grigia o marciume. Infatti sono necessarie alcune condizioni per ottenere l'effetto “nobile” sulle uve, a partire dalla varietà di uva attaccata e dalle variabili pedoclimatiche.
Quando la muffa non incontra le condizioni favorevoli, la vendemmia viene completamente lavorata mentre quando la muffa è nobile, i risultati sono grandiosi come nei famosi Sauternes.
In questo caso la condizione specifica è non solo il clima ma anche lo spessore delle bucce degli acini. Questo infatti deve essere abbastanza spesso affinché i funghi non lo deteriorino eccessivamente ed espongano non solo la polpa all'ossidazione, ma anche ne forzino eccessivamente lo scambio. Il fungo infatti in questo caso penetra la buccia iniziando a nutrirsi dell'interno della polpa ma anche rilasciando alcuni elementi aromatici. In questo modo nella polpa si crea non solo una disidratazione ed una concentrazione di zuccheri, ma anche un arricchimento aromatico che viene poi trasferito nel vino.
La vendemmia tardiva
La vendemmia tardiva non è molto utilizzata in Italia, mentre in Francia se ne fa largo uso. È parte anche delle tecniche di appassimento, anche se con un impatto meno forte. Consiste nel ritardare la vendemmia in modo che i grappoli inizino a disidratarsi sotto al sole, concentrando così gli zuccheri. Nella tecnica di appassimento fa parte della tecnica detta su pianta. La vendemmia tardiva invece in Francia è molto di moda e detta Vendange tardive.
Questa tecnica di appassimento differisce da quella fuori pianta per alcune differenze a livello molecolare che avvengono negli acini durante la disidratazione.
Restando sulla pianta infatti, gli elementi persi durante la disidratazione vengono in parte rimpiazzati dalla fornitura della pianta madre, rendendo meno traumatico il processo.
L'appassimento
Quello che viene considerato in Italia l'appassimento vero e proprio, fuori pianta, è anche la tecnica più utilizzata nel nostro paese per ottenere del vino dolce.
Consiste nel vendemmiare le uve per poi porle ad appassire su dei graticci, in genere, oppure in ambienti appositamente studiati per l'appassimento. In questo caso, recidendo i grappoli dalla pianta madre, gli elementi persi durante la disidratazione non possono essere reintegrati. Anche in questo caso si hanno delle modificazioni cellulari, ma molto più drastiche rispetto alla vendemmia tardiva.
Vino bianco dolce: I migliori vini dolci italiani
L'Italia è forse il maggior produttore di vini dolci bianchi al mondo, con quasi tutte le regioni impegnate in questa produzione, grazie si alla tecnica dell'appassimento e all'utilizzo di alcune uve particolarmente adatte a queste vinificazioni, a partire dal Moscato, molto presente in tutto il territorio.
Certamente i Vin Santo sono tra i più rinomati vini dolci italiani, al pari del Passito di Pantelleria, a cui si aggiungono oggi altre produzioni importanti, come ad esempio il San Gimignano, la Vernaccia, lo Sciacchetrà ligure o il Recioto veneto solo per citarne tra i piu famosi. Ogni regione, con pochissime eccezioni, produce il suo vino dolce da uve diverse. Molte sono ottenuti a partire dal Moscato, ma altre usano il Vermentino, il Garganega ed altre uve locali. I Moscato vengono anche spumantizzati dolci, in particolare nel Piemontese dove vi è da lungo tempo una grande tradizione. Gli abbinamenti poi sono tra i più diversi, dai classici cantucci per il Vin Santo alla pasticceria secca alle mandorle o quella classica cremosa del centro Italia.