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Vino Frizzante e bollicine perdute

Da Trentinowine
 

Avvertenza: con questo post inizia la collaborazione fra Trentino Wine Blog e Rusticus. Dietro questo passamontagna, coerentemente con l’etica black blogger di questo spazio corsaro, si cela qualcuno che per tanti anni ha frequentato,  e continua a frequentare, con competenza e passione il mondo dell’informazione e il mondo del vino trentino. E non solo trentino. Quindi, ben arrivato Rusticus e buona lettura a tutti voi. Salute!

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etich GirPuntualmente con l’avvicinarsi dell’estate, in molte aziende e cantine si ripropone il tema di produrre vino frizzante. Pardòn, un vino a rifermentazione naturale o a metodo charmat.

L’argomento viene ripreso quasi annualmente per tre precise ragioni: la prima che si tirano i conti del semestre (forecast), la seconda che l’andamento dei bianchi in gamma forse non è eclatante (trend), la terza – la solita – è che il Prosecco tira ben fermo sugli scaffali italiani (concorrenza del vicino e crisi perenne del settore, almeno da noi).

In Trentino non abbiamo mai dato molto credito al frizzante probabilmente perché l’ascesa dello spumante poteva essere offuscata da un vino meno nobile ma certo anch’esso remunerativo.

In questa storia lunga e frastagliata come la foglia del Lambrusco, vi è stato qualcuno che, con idea birichina, lo ha imbottigliato in champagnotta, mettendolo accanto al proprio spumante.

Di qui le costanti tutele e normative di “classico”, “Trentino”, ecc.

Mi piace ricordare due significativi esperimenti nostrani, il “Gran Bleu” – Vini del Concilio e lo Chardonnay Frizzante – Casa Girelli.

Il Gran Bleu nacque da un’idea commerciale di Paolo Todesca e Mario Grigolli che avevano scoperto la bottiglia blu in Germania e pensarono di farla navigare, vele al vento, come stava facendo “Azzurra”. Le vendite furono buone ma (ah, la mancanza di marketing !) abbassarono quelle dei bianchi doc con dolore di Vigilio Grigolli, padre dello spumante e appassionato declamatore della qualità territoriale dei nostri vini.

Stefano Girelli intuì la potenzialità del frizzante e fece fronte ad una richiesta export, Stati Uniti, se non sbaglio, mettendo in lizza lo Chardonnay Frizzante.

Il vino frizzante, insomma, non è stato mai ben capito da noi, discutendo se fosse meglio lo Chardonnay, il Pinot Bianco eccetera, ma ragionando, in fondo, forse più da “commerciante” che da “commerciale”. Tesi come sempre a risolvere i fatti quotidiani più che traguardare l’immediato futuro.

Dimenticavo : i Vini del Concilio sono stati acquistati da Cavit e Casa Girelli da LaVis, non per la valorizzazione dei marchi e dei prodotti ma solo per una ragione immobiliar-finanziaria.

Fusse che fusse davvero che qui il frizzante porta pure male ?

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