Vinys fallisce, la colpa è di tutti

Creato il 24 dicembre 2012 da Cassintegrati @cassintegrati

“Dice che siamo falliti” ci scrive un operaio della Vinyls su facebook, “Dimmi tu cosa capisci dal documento del Tribunale di Venezia”. Il 23 Gennaio ci sarà un’udienza al tribunale per decidere il cambio di stato da amministrazione straordinaria a fallimento per il gruppo Vinyls, e quindi gli stabilimenti di Porto Torres e Porto Marghera. L’udienza è stata fissata il 18 dicembre ma nessuno ha avvertito gli operai, anche i sindacati non sapevano nulla.

In questi giorni i giornali sardi e le agenzie stampa hanno riportato la possibilità, il rischio di fallimento. Ma quello che emerge dalle parole del Tribunale di Venezia è una certezza, riportiamo: “… la conversione in fallimento viene considerata come il naturale sbocco della procedura” e poi: “… non si ravvisano ragioni che giustifichino ritardi nella conversione in fallimento“.

La vertenza per cui è nato questo blog, la protesta di 500 giorni all’Asinara, tutto è stato inutile contro il muro di una politica regionale che non ha fatto nulla, e di istituzioni locali che hanno fatto la passerella quando gli operai andavano in tv per poi dimenticare e fare un’altra passerella con l’Eni, e le promesse della chimica verde. Poi i governi e i ministri allo sviluppo – Scajola, il fotogenico Paul Romani, Passera il ministro che non c’è – uno dietro l’altro ma tutti indifferenti alla Vinyls e alla Sardegna. La Camusso che promise una mobilitazione nazionale per la Vinyls, Bersani due volte in visita e che poi si dimentica.

Poi ci sono le domande che non hanno mai avuto risposta, quelle che abbiamo riproposto dopo il servizio di Report Sull’Eni: Perché fallirono le trattative con l’araba Ramco, che fuggì a trattative quasi concluse senza dare spiegazioni? Perchè successe le stessa identica cosa un anno dopo col fondo Gita? Perché anche la proposta Finambiente è stata lasciata cadere nel vuoto?

La vicenda della Vinyls è stata un simbolo per gli operai che si sono auto reclusi dietro le sbarre dell’Asinara, dove una volta stavamo mafiosi e brigatisti. Ora è ancora un simbolo, perché c’erano tutti i numeri per poterla salvare ma nessuno ha voluto farlo, e le colpe se le dividono equamente i partiti, il governo, i ministri così come i sindacati. E ancora adesso, quando in tv i sindacalisti affermano che non si sa bene se ci sarà ancora cassa, mobilità, oppure nulla, anche questo è simbolico della situazione dei lavoratori oggi. In attesa di ammortizzatori sociali che forse arrivano oppure no, e di mese in mese a scoprire se prenderanno la cassa oppure no, o forse c’è la mobilità ma non si sa perché la Fornero l’avrebbe cancellata, ma forse c’è la cassa in deroga oppure no, e poi si fallirebbe ma non ce l’ha comunicato nessuno. Buona Natale a tutti quelli che aspettano, senza sapere.

di Michele Azzu | @micheleazzu


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