2009: Viola di mare di Donatella Maiorca
Presentato al Festival Internazionale di Roma 2009 è il secondo lungometraggio di una regista che ha fatto molta televisione.
Le accoglienze della critica sono state contrastanti: “Del film va lodata l’eleganza della fotografia e l’intensità degli interpreti, ma la “tenuta” della storia – soprattutto nello sviluppo centrale – appare carente” (Avvenire), “…ancora una volta la regista riesce a sorprendere ed emozionare” (Il Tempo), “Storia svolta con decoro dalle attrici, che s’industriano a simulare passione e tormento. Il compitino, però, è più noioso che pruriginoso” (Il Giornale), “…una toccante opera al contempo buia e romantica, dolce e spigolosa” (City).
Ambientata nella San Francisco del 2000 la storia sarebbe stata maggiormente plausibile, nella Sicilia ottocentesca l’assurdo prevale. In quel luogo e in quell’epoca come accettare che una donna si comporti come ci viene descritto nel film? E’ verosimile che una giovane lesbica di un paesino sperduto più di 100 anni fa non abbia remore e ripensamenti, esitazioni e paure, dubbi e conflitti interiori… a dichiarare apertamente i propri sentimenti e a combattere con fierezza e tenacia per la propria felicità?
Viola di mare (tratto dal romanzo “Minchia di Re” di Giacomo Pilati) è sicuramente ben fatto: ambientazioni suggestive, colonna sonora e fotografia accattivanti (con un eccesso di patinatura però), ottima performance dell’intero cast (benché Valeria Solarino sia poco credibile come «maschio»), buon ritmo… ma una sceneggiatura siffatta desta più di una perplessità e inficia l’intero risultato.
L’assunto è anticonformista, il messaggio che Viola di mare intende trasmetterci è senz’altro da condividere ma lo spettatore non può eliminare lo scetticismo che lo prende alla visione del film. Sembra che la storia che ci viene raccontata sia vera… ma Donatella Maiorca fallisce nel dare «verità» al suo lavoro (1).
Scrive Andrea D’Addio: “A prescindere da tutto, Viola di mare è un film a suo modo coraggioso soprattutto se considerata la banalità di tante altre storie che il nostro cinema ci offre. Peccato però che non si possano premiare solo le intenzioni”. Concordo.
p.s.
Il titolo Viola di Mare è un riferimento simbolico al pesce ermafrodita che porta questo nome.
Al NICE Film Festival 2009: Best film, Best Actress Award to Valeria Solarino (a Firenze si svolge ogni anno il festival del cinema italiano all’estero promosso dall’associazione New Italian Cinema Events. I film in concorso voleranno poi a San Francisco e Seattle).
note
(1) “E’ Carnevale? No, è l’inverosimile racconto di un amore lesbico sbocciato in un’isola siciliana nel secolo XIX. Chi può credere alle pur brave Solarino e Ragonese?” (Paolo D’Agostini, La Repubblica)