Inizio il 2016 con una riflessione sui fatti accaduti in Germania, a Colonia, la notte di Capodanno: gruppi di uomini (un migliaio di individui) hanno accerchiato e aggredito decine di donne, compiendo soprusi di vario tipo, anche di tipo sessuale. Si è verificato un caso di violenza sessuale.
Ne scrivo, raccogliendo la giusta provocazione della scrittrice e blogger Iole Natoli. Qui il suo commento ai fatti:
Ne scrivo, perché Iole Natoli ha ragione. Lei espone delle ipotesi cercando di rispondere alla domanda “chi sono?” gli aggressori di Colonia, ma soprattutto riflette sul perché le donne che abitualmente trattano il tema della violenza di genere, non parlino di questo specifico caso: sul perché non ne discutano in modo adeguato, diffuso, virale.
Le giornaliste, le blogger, le femministe non ne parlano molto. Perché?
Perché non parliamo dei fatti accaduti a Colonia? Perché solo alcune si limitano a linkare nei gruppi Facebook quei pochi articoli comparsi nel web? Perché?
Scrive Iole Natoli: “Pubblicare su Fb un post sull’accaduto serve a rispondere a questi interrogativi? No. Sarebbe però servito a evitare che si pensasse che le donne tacciono perché hanno paura di poter essere definite razziste.”
Ah, ecco il perché. Perché abbiamo paura (paura) di essere accusate di razzismo. Noi che siamo vittime di violenza quotidiana, in mille e più forme, temiamo di essere messe sul rogo con l’accusa di razzismo. E allora stiamo zitte. Meglio tacere. Perché gli aggressori non sono bianchi-occidentali (si ipotizza, ma sono in corso indagini).
Parliamo di violenza di genere solo quando è ripulita da possibili contaminazioni di razza, religione, orientamento sessuale o altro. Come se la VIOLENZA DI GENERE avesse un’appartenenza specifica: etnica, culturale, sociale, religiosa…
Ma allora abbiamo capito davvero pochino della violenza di genere. Perché quella roba lì, quel mostro lì, è un LEVIATANO CHE ESISTE IN OGNI CULTURA-ETNIA e ALTRA ESPRESSIONE UMANA DEL NOSTRO PIANETA.
Afferra, fagocita, assorbe, ingoia e si forma con i corpi e nei corpi delle donne. Ci ingloba. Ci annulla. E se noi donne non ci liberiamo da fisime assurde, dal timore di essere eternamente messe alla gogna, dalla paura di essere sempre giudicate, il LEVIATANO continuerà ad esistere.
Iniziamo a smantellarlo, per favore. Pezzo per pezzo.
Quindi, a prescindere dall’etnia-cultura dei soggetti violenti dei fatti di Colonia, puntiamo il dito.
J’accuse…!
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