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Violi le regole sotto la metro? Se sei straniero faccio finta di non vederti, se sei italiano ti stringo la mano. Qualcuno individui e licenzi questa guardia giurata

Creato il 20 giugno 2014 da Romafaschifo
Violi le regole sotto la metro? Se sei straniero faccio finta di non vederti, se sei italiano ti stringo la mano. Qualcuno individui e licenzi questa guardia giurataGiovedì 19 giugno 2014 ore 18:40, stazione di Piramide lato Ostiense

Scendo dalla metropolitana e mi dirigo verso la stazione Ostiense. Salgo le scale e mentre esco dai tornelli un ragazzo con sigaretta accessa in bocca, Samsung Galaxy in mano e cuffie alle orecchie con nonchalanche scavalca il tornello e va per prendere il treno. Lo fermo e lui con fare stufato si toglie le cuffie per sentire cosa avevo da dirgli.
Gli dico: "hai la sigaretta accessa e non paghi il biglietto, hai bisogno di qualcos'altro?".
Lui mi risponde: "non si può fumare? qui è tutto aperto?". 

Io gli indico il cartello "divieto di fumare" distante meno di due metri e lui: "ah non lo sapevo, è tutto aperto". Ribadito più volte "che è tutto aperto" passiamo all'argomento biglietto. "E il biglietto?" gli faccio.  Lui: "su quello c'hai ragione infatti non ti ho detto niente, ma non ho i soldi per farlo".
Ragazzo vestito di tutto punto con cellulare in mano che ha i soldi per le sigarette ma non per il biglietto... Non voglio perdere altro tempo e lo accompagno fuori dai tornelli con me.
Lui si avvia verso l'uscita esterna che da verso via delle Cave Ardeatine e io verso il sottopassaggio e i tapis roulant che portano alla stazione Ostiense. Mi giro per vedere se mi prende per il culo subito, certo che lo avrebbe fatto quando non ero più a vista, e noto che si è messo a chiacchierare amabilmente con un vigilante che sta fumando. Si stanno finendo la sigaretta insieme. Sottolineo che vista la posizione del vigilante è impossibile che non abbia assistito al siparietto che si è consumato poco prima. Cerco in tutti i modi di desistere dal fatto di tornare indietro e dirgli qualcosa ma purtroppo non resisto e ci torno. 

Non riesco ad esordire in maniera differente da un "ma te qua che ci stai a fare" rivolto al vigilante fumatore e mentre gli dico questo noto il simbolo ITALPOL sulla camicia. Lui mi risponde: "ma lui è un italiano e io gli stringo pure la mano", indicando il ragazzo che aveva scavalcato poco prima . Ha detto proprio così. Testuali parole. Io sconvolto gli faccio: "ma ti rendi conto di che cazzo hai detto?".
Lui ci mette il carico: "entrano cento stranieri e ti pare che vado a fermare l'italiano?".
Io: "a lui gli stringi la mano e agli stranieri che gli fai?".
Lui: "niente".
Io: "non gli dici niente?".
Lui. "no, niente".
Così. Niente. N-i-e-n-t-e.
Inizia poi la solita tiritera con una sfilza di "non è di mia competenza", "non li posso fermare", "non posso fare niente", "se li fermo non ho nessun potere e poi mi mandano a fanculo", "se fermo un minorenne passo i guai" ecc... 

Sta di fatto che io quel ragazzo, che nel frattempo si è volatilizzato non dopo aver spento il mozziccone per terra, l'ho fermato, gli ho chiesto del biglietto, lui ha ammesso di non averlo ed è uscito senza problemi. Tutte cose che il nostro vigilante armato dell'ITALPOL non può fare. 
Io invece a quanto pare si. 
A sentire tutta questa serie di stronzate ma soprattutto quel "gli stringo pure la mano" che lui ribadisce più e più volte si alzano un po' i toni e diverse persone si fermano a guardare. Nessuno dice nulla.
Alla fine lui mi fa: "tu oggi hai lavorato?".
Io: "no perché sono in cassaintegrazione e da quello che vedo non hai lavorato neanche tu".
Lui: "io è da stamattina che sto qua".
Sì, a guardare gli stranieri mentre scavalcano i tornelli senza fare nulla e a riconoscere gli italiani che fanno la stessa cosa per stringergli la mano. Me ne vado e mi urla: "vattene a casa a studiare la legge".
Sì, me ne vado a casa, è meglio, e lo faccio con la sempre più convinta consapevolezza che questa città è finita.

Lettera firmata

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