Violini «affilati», protesta in musica contro i tagli ai teatri
Il 9 maggio davanti alla sede dell'Ars concerto di denuncia degli artisti dell’Orchestra sinfonica siciliana di Palermo
PALERMO – Protesta in musica davanti alla sede dell'’Ars , il Parlamento regionale siciliano. Domani, alla ripresa delle attività parlamentari, si terrà un grande concerto di protesta degli artisti dell’Orchestra sinfonica siciliana di Palermo, del Teatro Bellini di Catania e del Vittorio Emanuele di Messina per chiedere una maggiore attenzione delle istituzioni regionali. I tagli causano una riduzione per quest’anno del contributo regionale, solo a Palermo, di ben 3 milioni di euro per l’Orchestra Sinfonica siciliana, 900 mila euro per il Teatro Massimo e di 3 milioni e mezzo di euro per il Teatro Biondo. A rischio le attività anche a Catania e Messina.
I SINDACATI – «Far morire i teatri significa infliggere un ulteriore colpo all’economia di Palermo e di tutta la Sicilia", denunciano Cgil, Cisl, Uil e Fials, preoccupati per la grave crisi che ha colpito il settore della cultura a causa del taglio del 30%, del contributo destinato al settore, stabilito dalla finanziaria regionale. Il primo effetto e' che "ai 164 dipendenti dell’Orchestra sinfonica siciliana non saranno pagati gli stipendi di aprile e la sopravvivenza
dell’istituzione è seriamente a rischio», dicono Francesco Assisi della Fistel- Cisl, Maurizio Rosso della Cgil, Benito Carollo della Uil e Fausto Patassi della Fials, che aggiungono: "Non si tratta solo di erogare un contributo che possa garantire la sopravvivenza dei teatri a differenza di quanto stabilito dalla finanziaria regionale ma di promuovere modelli produttivi che siano in grado di sfruttare al massimo le risorse rappresentate dai tecnici, da tutte le maestranze artistiche dei teatri». "Emblematico – lamentano i sindacati – di quanto pesa la scarsa volontà di promuovere le proprie risorse artistiche, è il caso del Teatro Massimo dove è stato portato in scena il Don Chisciotte con il balletto dell’Opera di Kiev per fare economia, lasciando a casa di fatto il corpo di ballo del Teatro Massimo, nonostante il cartellone annunciasse la loro esibizione. A dimostrazione del fatto che il pubblico palermitano è affezionato alle sue istituzioni culturali , sono stati venduti in media solo 40 biglietti al giorno. Come si può pensare di far crescere una città senza valorizzare il suo patrimonio culturale».
ATTIVITÀ A RISCHIO – I sindacati chiedono dunque la stabilizzazione dei 33 orchestrali precari della Sinfonica, degli 11 coristi, 13 orchestrali e 32 ballerini del Teatro Massimo di Palermo. «Solo così è possibile valorizzare una risorsa che rappresenta un volano per l’economia di Palermo». «Il bilancio dell’Orchestra sinfonica – continuano – per quest’anno è di 8 milioni di euro, per la sopravvivenza ne sono necessari ben 12 , come si può pensare di far crescere Palermo se i principali teatri come il Politeama, il Biondo e il Massimo rischiano di non poter garantire le attività, e se, non esiste una programmazione estiva». Da qui le proposte «bisogna fare sistema, mettere insieme ad esempio i tre teatri di Palermo per promuovere la stagione estiva del Teatro di Verdura ormai inesistente, stabilizzare i precari, che rappresentano la risorsa principale di queste istituzioni culturali, sfruttare al massimo le maestranze artistiche organizzando concerti per i turisti anche di giorno nei luoghi più suggestivi della città, aprire i bookshop, del tutto inesistenti, che garantiscono – concludono – una possibilità di fatturato».
Fonte Italpress 07 maggio 2012
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