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Violino stradivari: svelati i segreti. a cremona museo della liuteria

Creato il 16 luglio 2013 da Postpopuli @PostPopuli

 

di Mariantonietta Sorrentino

Cremona, e non solo, ricorderà il 14 settembre di quest’anno come memorabile. Poco manca all’inaugurazione del Museo del Violino, unico nel suo genere, allocato nella patria consacrata e capitale mondiale della liuteria, l’antica arte di costruzione del violino e degli altri strumenti a corda, un primato di cui la Città va orgogliosa. In quella occasione si incontreranno due team, quello dell’Università di Pavia e del Politecnico di Milano, che han iniziato una ricerca a dir poco affascinante.

 

violino stradivari liuteria cremona2 VIOLINO STRADIVARI: SVELATI I SEGRETI. A CREMONA MUSEO DELLA LIUTERIA

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A condurre il gioco, per dir così, il prof. Marco Malagodi ricercatore al Dipartimento di Chimica dell’Università di Pavia ed esperto in diagnostica applicata ai beni culturali. Con un articolo sulla pubblicazione scientifica “Applied physics A: materials science & processing“ di giugno, lo studioso ha reso noto i risultati delle indagini spettroscopiche compiute su un originale Stradivari.

Lo studioso ha individuato anche attraverso gli spettroscopi caratteristiche e composizione dei materiali della piattaforma superiore di un originale violino Stradivari, studiandone anche rivestimenti e decorazioni di superficie.

Il lavoro di Malagodi, basandosi su una serie di tecniche analitiche, fa luce su strategie di lavorazione, consuetudini e materiali usati dai liutai durante la seconda metà del diciassettesimo secolo nel Nord Italia.

Assodato l’estremo valore degli strumenti creati dalle mani del popolare liutaio cremonese, le uniche tecniche d’indagine finora applicate sono state l’XRF (Fluorescenza a Raggi X) e la spettroscopia IR.

Nel suo “A multi-technique chemical characterization of a Stradivari decorated violin top plate” Marco Malagodi si è posto l’obiettivo di svelare i segreti che hanno permesso al liutaio Antonio Stradivari di realizzare nel XVII secolo opere d’arte uniche e ancora oggi ammirate in tutto il mondo.

Le analisi, è chiaro, se sono preliminari son anche non invasive né distruttive; attraverso esse sono stati esaminati con cura i materiali e le tecniche di decorazione del piano armonico dello strumento. L’approfondimento presenta un duplice scopo: verificare se la lavorazione ad intarsio della tavola, possa o meno avere delle conseguenze sull’acustica caratteristica di questi violini ed appurare la validità delle tecniche analitiche scelte per affrontare questo tipo di ricerca.

Tra le varie caratteristiche strutturali e decorative dello strumento, sono state esaminate le porzioni scure degli intarsi, composte da una “pasta” a granulometria molto sottile di ebano e colla animale; altre decorazioni sono state, invece, ottenute con inchiostro ferro-gallico. Tutto ciò è stato reso possibile dalla moderna diagnostica che, per quanto concerne le decorazioni, ha confermato che Stradivari puntava su antiche tradizioni di colorazione del legno. Per merito dello studio eccellente di Marco Malagodi, responsabile scientifico del laboratorio Arvedi dell’ateneo pavese, il violino Stradivari non ha più segreti.

 

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