Un frame tratto da “Le dolci signore” di Luigi Zampa
La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno: è morta Virna Lisi.
Un dolore vero, una di famiglia, per tutti coloro che la seguivano da anni, in una carriera equilibrata e elegante. Come lo era lei, la più elegante, discreta, raffinata dello show biz italiano, con un coté anche internazionale, grazie alle esperienze che non la entusiasmavano in USA, dove la giudicavano in maniera superficiale come una novella Marilyn Monroe e in Francia, dove ha lavorato in lavori egregi, uno per tutti il premiatissimo La regina Margot, di Patrice Chereau.
Era anche la più bella in assoluto, con quegli occhi verdi, felini, la bocca con uno neo parlante al lato del labbro, un corpo armonioso e un volto che poteva essere stato dipinto da Raffaello. Bella, intelligente, con un grande talento che ha percorso svariati decenni ed epoche, dalla fine degli anni Cinquanta, fino ai giorni nostri.
Virna Lisi non ha mai smesso di lavorare, passando dalle esperienze teatrali con Antonioni, Strehler e Squarzina, alla televisione dove si è distinta in lavori mai banali. Il cinema è stata la sua cifra espressiva più incisiva, dove ha potuto esprimersi in ruoli molto diversi e sempre centrali, ottenendo ben sei Nastri d’Argento. Pensiamo alla giovane cassiera di Signore & Signori, il capolavoro di Pietro Germi. Alla madre un po’ borderline ne la Cicala di Alberto Lattuada., o la protagonista del già citato La regina Margot.Per passare a Al di là del bene e del male di Liliana Cavani, fino ad arrivare alla commedia di costume con Sapore di mare, dove si distingueva per la sottile ironia, tra i soliti bamboccioni Gerri Calà e Christian De Sica.
Era una straordinaria icona di bellezza ed eleganza Virna e rimarrà nel cuore di tutti i suoi ammiratori. Una grande perdita per lo spettacolo italiano, europeo e internazionale.
Mauro Pecchenino