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Virtù terapeutiche dell’aloe: storia e leggende legate alla pianta della giovinezza.

Creato il 08 ottobre 2010 da Fconsolati

Virtù terapeutiche dell’aloe: storia e leggende legate alla pianta della giovinezza.L’aloe vera (barbadensis miller) appartiene alla famiglia delle Liliacee che comprende circa 200 piante ma di cui solo poche varietà sono state studiate. Ḕ una pianta perenne che può raggiungere un metro d’altezza. Ḕ caratterizzata da foglie carnose, di forma lanceolata, che presentano spine solamente lungo il margine posto ai lati. Predilige il clima tropicale e può sopravvivere a lungo durante la siccità.

Il nome barbadensis deriva dalla isole Barbados dove è ricca la crescita spontanea dell’aloe, come pure in tutte le isole caraibiche e nelle Antille Olandesi. Rigogliose vegetazioni di aloe si ritrovano in varie aree del mediterraneo, soprattutto nelle zone aride e sabbiose o in terreni calcarei assolati, in India, in Arabia, lungo le coste africane e persino nella lontana Australia.

Il nome Miller è un omaggio al celebre botanico scozzese morto nel 1771, che classificò diversi generi di piante.

Fin dall’antichità le molteplici virtù terapeutiche della pianta ed i benefici che ne derivano erano noti a vari popolazioni della terra: già gli assiri avevano attribuito virtù terapeutiche all’aloe, infatti in alcune tavolette d’argilla, dalla scrittura cuneiforme, ritrovate come reperto archeologico risalente al 1750 a. C., nei pressi della città mesopotamica di Nippur, è stato decifrato dagli studiosi un riferimento alla pianta descritta in maniera molto poetica “….le foglie assomigliavano a foderi di coltelli”.

Anche gli antichi Egizi facevano uso dell’aloe, come riporta il celebre papiro Ebers (dal nome dell’acquirente Georg Ebers che l’acquistò a Tebe nel 1874), databile intorno al 1550 a.C.,ovvero un rotolo di papiro lungo 20 metri risalente al regno di Amenhotep I ,in cui si tratta di rimedi curativi della medicina dell’epoca, che descrive l’uso dell’aloe in ambito cosmetico e curativo. Secondo la leggenda Nefertiti e Cleopatra, le regine Egizie note per la loro bellezza, usavano l’aloe per mantenersi giovani. Nella Bibbia viene citata la pianta di aloe e pare che Salomone la coltivasse personalmente perché convinto delle sue proprietà benefiche.

Pare che Alessandro Magno, che si serviva dell’aloe per guarire le ferite dei soldati, abbia conquistato Socotra, isola sperduta situata nell’Oceano Indiano, posta all’ingresso del Golfo di Aden, al solo scopo di assicurarsi una abbondante riserva della pianta di cui l’isola era ricchissima.

Da Socotra, grazie alle immense piantagioni dell’isola iniziò una vera e propria esportazione verso l’India, la Cina ed il Tibet, tanto che ne venne influenzata profondamente la medicina di queste culture, infatti gli antichi medici cinesi la impiegavano abitualmente definendola “Rimedio Armonioso” mentre gli indù credevano che crescesse nel giardino dell’Eden e la definivano “La Guaritrice Silenziosa”.

Il celebre medico e botanico greco Dioscoride Pedanio (nato ad Anazarbe, in Cilicia, nel 40 circa dopo Cristo), che esercito a Roma durante l’impero di Nerone, scrisse un erbario in lingua greca costituito da 5 libri intitolato “De Materia Medica” in cui sono trattati gli effetti di ben mille sostanze suddivise tra regno vegetale, animale e dei minerali. Tra le ottocentotredici piante descritte come benefiche per la salute umana, l’aloe viene citata per le sue proprietà antiemorragiche, cicatrizzanti e lenitive. Infatti veniva utilizzata per arrestare le emorragie, promuovere la cicatrizzazione delle ferite, lenire le scottature, ma anche per alleviare il prurito, idratare la pelle, curare acne e foruncoli e le infezioni delle prime vie aeree.

Anche le popolazioni native americane conoscevano le proprietà dell’aloe. La più importante delle loro leggende era proprio quella della “Fonte della Giovinezza”: immergersi in uno specchio d’acqua circondato da piantine d’aloe avrebbe garantito l’immortalità. La credenza era tanto diffusa che il luogo fu cercato inutilmente da Juan Ponce de León, il condottiero spagnolo che nel 1513 sbarcò nell’attuale Florida e perciò viene considerato il primo esploratore europeo ad aver messo piede negli Stati Uniti.

Anche nel medioevo le proprietà benefiche dell’aloe erano molto note, infatti furono i monaci medioevali ad aggiungere il suffisso Vera per distinguerla dalle numerose specie.

Inoltre la tradizione racconta che nel 1118, durante l’ assedio di Gerusalemme i Cavalieri Templari, una volta liberati i luoghi santi brindarono con una bevanda all’aloe, denominata Elisir di Gerusalemme, ottenuta da una miscela di vino di palma ,canapa e polpa di aloe, dalle proprietà miracolose che garantiva loro salute e longevità.

Anche in tempi più recenti le virtù dell’aloe sono descritte da una delle figure più eccezionali di cui il mondo contemporaneo possa vantarsi, ovvero Mahatma Gandhi, la cui grande anima seppe così elogiare la pianta in uno dei suoi scritti: “Mi chiedi quali forze segrete mi sostenessero durante i miei lunghi digiuni? Ebbene, furono la mia incrollabile fede in Dio, il mio stile di vita semplice e frugale e l’aloe di cui scoprii i benefici alla fine del XIX secolo, al mio arrivo in Sud Africa”

Naturans ha dedicato un’intera linea alle virtù dell’aloe, che vengono preservate mediante la spremitura a freddo del gel puro, non pastorizzato e non reidratato, in quanto la spremitura a freddo è l’unica lavorazione che permette di mantenere inalterate le vitamine e gli enzimi termolabili della pianta, che altrimenti andrebbero incontro a degradazione perdendo così tutta l’attività enzimatica, decisiva nel trattamento del processo di invecchiamento della pelle.


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