Più o meno da quando l’uomo ha iniziato a concepire la possibilità di un’esistenza dopo la morte è nato il concetto di Paradiso e Inferno. Ovviamente questi due nomi semplificano l’idea, ma in realtà, nel corso dei secoli, i vari mondi dell’aldilà hanno assunto più nomi e definizioni.
Una costante di molte culture però è proprio questa: la divisione tra anime buone (destinate al Paradiso) e anima cattive (spedite negli eterni patemi degli Inferi).
Visto che il regno celeste – come Dante ci insegna – è di una noia mortale, concentriamoci sull’Inferno.
Per gli egizi era Amenti, dove i malvagi si trovavano a convivere con creature mostruose quali Seth e Apep.
Per i greci era Ade, concetto rielaborato dai romani nel Tartaro, luogo tenebroso e terribile.
Per gli ebrei è Sheol, oppure la più nota Gehenna.
Per i norreni è Hel, una gelida distesa di nulla governata dalla figlia del Dio Loky.
Per gli indù esiste un mondo sotterraneo molto simile all’Inferno, il regno di Taraka.
Per i taoisti è la montagna Feng Du, organizzata in un labirinto multilivello.
Per i cristiani è – appunto – l’Inferno, regno dell’angelo caduto, Lucifero, il portatore di luce.
Visioni dell’Inferno
Concentrandosi proprio sul cristianesimo, sono moltissimi i santi e i profeti che hanno avuto la dubbia fortuna di vedere l’inferno senza morire. Questo per “concessione divina”, ovvero per poter mettere in guardia i viventi che la salvezza dal patema infernale sta nella preghiera. Leggerete ora le più celebri visioni infernali riportate a voce da santi e beati. Anche se siete atei o quasi atei (io mi iscrivo a questo secondo gruppo) penso sia interessante leggere queste esperienze. Aggiungo un elemento di riflessione: e se questo luogo di dannazione fosse semplicemente un’altra dimensione (un’altra realtà), su cui poi noi uomini abbiamo ricavato teorie e ipotesi utili “alla causa”?
O forse il tutto rientra nel grande campo delle autosuggestioni?
Comunque sia, eccovi la guida spicciola alle visite infernali. Buon viaggio.
Santa Francesca Romana nelle sue Visioni dell’Inferno afferma che i demoni più importanti che obbediscono a Lucifero sono tre: Asmodeo, che suscita il vizio della carne; Mammona, che rappresenta il vizio dell’avarizia; e Belzebù che è a capo di tutte le idolatrie e attività oscure.
Santa Teresa ebbe due visioni dell’inferno. «Rimasi spaventatissima…». E benché sapesse che « la via del timore non è fatta per me » – e probabilmente anche per noi -, tuttavia riconosce che «questa fu una delle più grandi grazie che Dio mi abbia fatto, perché mi ha giovato moltissimo per non temere le contraddizioni e le pene della vita, che per incoraggiarmi a sopportarle, ringraziando il Signore di avermi liberata da mali così terribili ed eterni, come mi pare di dover credere. D’allora in poi non vi fu travaglio che non mi sia apparso leggero in paragone di un solo istante in quanto là avevo sofferto…»
La più famosa santa polacca riporta per iscritto: “Io, Suor Faustina Kowalska, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell’inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l’inferno c’è. (…) Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto. Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l’inferno“.
Santa Veronica Giuliani racconta: “Parvemi che il Signore mi facesse vedere un luogo oscurissimo; ma dava incendio come fosse stata una gran fornace. Erano fiamme e fuoco, ma non si vedeva luce; sentivo stridi e rumori, ma non si vedeva niente; usciva un puzzore e fumo orrendo, ma non vi è, in questa vita, cosa da poter paragonare. (…) In questo mentre, parvemi di sentire un gran rumore. Comparvero tanti demoni: tutti, con catene, tenevano bestie legate di diverse specie. Le dette bestie, in un subito, divennero creature (uomini), ma tanto spaventevoli e brutte, che mi davano più terrore che non erano gli stessi demoni. Io stavo tutta tremante, e mi volevo accostare dove stava il Signore. Ma, contuttoché vi fosse poco spazio, non potei mai avvicinarmi più. (…) Nel fondo dell’abisso vidi un trono mostruoso, fatto di demoni terrificanti. Al centro una sedia formata dai capi dell’abisso. Satana ci sedeva sopra nel suo indescrivibile orrore e da lì osservava tutti i dannati. Gli angeli mi spiegarono che la visione di satana forma il tormento dell’inferno, come la visione di Dio forma la delizia del Paradiso. Nel frattempo notai che il muto cuscino della sedia erano Giuda ed altre anime disperate come lui. Chiesi agli angeli di chi fossero quelle anime ed ebbi questa terribile risposta: Essi furono dignitari della Chiesa e prelati religiosi.“
La Beata Emmerick Anna Caterina invece scrive: “L’inferno mi apparve come un immenso antro tenebroso, illuminato appena da una scialba luce quasi metallica. Sulla sua entrata risaltavano enormi porte nere, con serrature e catenacci incandescenti. Urla di orrore si elevavano senza posa da quella voragine paurosa di cui, a un tratto, si sprofondarono le porte. Così potei vedere un orrido mondo di desolazione e di tenebre. L’inferno è un carcere di eterna ira, dove si dibattono esseri discordi e disperati.“
La testimonianza più famosa è quella dei tre veggenti di Fatima. Racconta Lucia: “Come un grande mare di fuoco e immersi in questo fuoco i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o abbronzate, di forma umana, che ondeggiavano nell’incendio, sollevate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti – simili al cadere delle scintille nei grandi incendi – senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e di disperazione, che terrorizzavano e facevano tremare di paura. I demoni si distinguevano per la forma orribile e ributtante di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come neri carboni di bracia.“
Ma i resoconti di questo tipo sono davvero innumerevoli per citarli tutti.
Esperienze pre-morte “infernali”
Delle esperienze pre-morte (near death experience) abbiamo parlato spesso in passato. Nella maggioranza di questi casi si tratta di visioni positive e di speranza (il tunnel di luce, l’isola tranquilla, le anime dei cari defunti). Tuttavia si registrano casi in cui i pazienti strappati sul filo della morte hanno raccontato di aver visto o visitato dei luoghi tetri e negativi. L’inferno, o uno dei possibili inferni.
Ne parla, romanzando il tutto, lo scrittore francese Grangé, in questo suo bellissimo libro.
Uno dei resoconti raccolti nei tanti saggi (solitamente scritti da esimi dottori) che trattano di NDE, cita questa esperienza fatta da una paziente che è diventata un caso-simbolo nel settore: “Una delle finestre mostrava una scena che si potrebbe interpretare come inferno o purgatorio, nella quale entità di colore grigio e senza faccia si muovevano senza scopo gemendo. Era evidente che stavano subendo uno stato di agonia e sofferenza fisica. Vidi queste anime come esseri deformati, creature che avevano commesso indicibili atrocità nelle loro incarnazioni precedenti.“
Ce n’è abbastanza per non dormire la notte…