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Visioni Fuori Raccordo: “L’uomo sulla luna” di Giuliano Ricci

Creato il 05 ottobre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Anno: 2013

Durata: 59′

Genere: Documentario

Nazionalità: Italia

Regia: Giuliano Ricci

 

Insospettabile protagonista di un documentario che pur nell’impegnativo tema fa sor-ridere è un gruppetto di anziane vedove nate e cresciute in un poco noto villaggio dell’entroterra sardo, tra le montagne della Barbagia.

Volti solcati da eterne battaglie quotidiane, bocche sconquassate dal tempo e da una realtà senza fronzoli, mani di grinze atte a perpetuare inderogabili gesti che sanno di storia e tradizioni, sogni, morte e malocchi, ricordi offuscati dalla nebbia degli anni trascorsi: questo e altro ancora si muove a passi piccoli, lenti ma decisi sullo sfondo di una Sardegna magistralmente colta dall’occhio estraneo del regista.

Giuliano Ricci, giovane film-maker nativo di Milano, con una pazienza quasi materna studia prima e scopre poi, come in un dipinto dal vero, le (im)perfezioni della vita nel cuore della Sardegna. E da alieno, quale è, lo fa entrando in punta di piedi, finendo poi “con molta fatica” nelle case e nei racconti della gente, delle donne.

Donne come scrigni:
di atavici passati che come per magia sembrano trovare ancora la forza di esprimersi attraverso i loro corpi, i loro gesti.
Scrigni di sogni, di maledizioni, di magie contro il malocchio, di racconti di sciagure e pettegolezzi.
Scrigni di storia: come spiega Ricci, infatti, “per secoli le donne sono state la voce del paese”. Mentre l’uomo pascolava gli animali, stando a volte lontano da casa anche per mesi, era la donna che viveva la piazza, diventando ricettacolo di racconti, segreti e tradizioni.

Così, queste anziane donne vestite di nero a lutto chissà da quando e per quanto, svelano davanti la telecamera, con una teatralità che si raggiunge solo con la spontaneità, particolari intimi delle loro archetipiche vite.
Siamo con loro quando si accompagnano al cimitero (che sembra essere la piazza di un tempo!), quando spettegolano, quando ricordano, quando sono attente a coprire i capelli prima di uscire o a stringere il rosario e pregare, quando praticano il culto dei morti con riti segreti o quanto mai personali.

Non mancano poi sanguinari racconti di passate faide: omicidi e vendette tra famiglie affiorano con semplicità sulle bocche di queste anziane donne, palesando la ricorrenza di questi fatti nelle trascorse giovani vite.

Sotto i loro ricordi, dietro i racconti del brusio degli spari e delle urla sembra a volte di sentir cantare De André quando in Disamistade (“inimicizia”, “faida” in sardo) parla di:

[...] “uno scoppio di sangue
un’assenza apparecchiata per cena”;

e continua

“E a ogni sparo all’intorno
si domanda fortuna.
Che ci fanno queste figlie
a ricamare a cucire?
queste macchie di lutto
rinunciate all’amore.
Fra di loro si nasconde
una speranza smarrita

che il nemico la vuole
che la vuol restituita.”

A far da contraltare a questo stregato pentolone di intrighi, credenze e tradizioni c’è poi la modernità, simboleggiata dalla televisione, elemento ricorrente nel documentario.
Il viaggio di Ricci in effetti ci conduce all’ammaliata scoperta di qualcosa che sta morendo, di un mondo perduto e purtroppo non ereditato, dimenticato.

Da quando? “Facile”, risponderebbe una brillante nonnina del gruppo: “da quando l’uomo è arrivato sulla luna”!

Dalila Lensi

Visioni Fuori Raccordo: “L’uomo sulla luna” di Giuliano Ricci
Scritto da il ott 5 2014. Registrato sotto FESTIVAL, RECENSIONI FILM VISTI AI FESTIVAL, TAXI DRIVERS CONSIGLIA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione “’”

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