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VISIONI SPARSE: Doppio gioco, Uomini di parola, Epic – Il mondo segreto

Creato il 30 agosto 2013 da Ussy77 @xunpugnodifilm

Doppio_Gioco_poster_italiano_bigDoppio gioco ***1/2

Spy-dramma dalle tinte fosche, dai colori freddi e dai toni sbiaditi, Doppio gioco (Shadow Dancer, 2012), diretto da James Marsh, è un prodotto ottimamente confezionato e ben aderente al genere scelto. Difatti gli stilemi si riconoscono tutti e il periodo (anni 90) e l’ambientazione scelta (Irlanda) vengono in aiuto al regista premio Oscar. IRA, doppio gioco e sentimenti manipolati o verosimili sono i veri protagonisti di un film che mostra un Clive Owen in splendida forma (dal punto di vista interpretativo) e una Andrea Riseborough perfetta nel caratterizzare la giovane terrorista irlandese, dubbiosa e impaurita. E anche se la pellicola non mette in mostra un ritmo indiavolato (anzi preferisce il mistero e una costruzione narrativa ponderata), Doppio gioco è un film di spionaggio che fa entrare nelle ossa il freddo britannico e negli occhi gli “anni di piombo” irlandesi. Marsh si dimostra un cineasta rigoroso e dai dettami cinematografici ferrei e precisi e forse proprio questa rigidità stilistica diviene l’unica (piccola) pecca. Difatti Doppio gioco non lascia, apparentemente, trasparire emozioni, ma esclusivamente un’impressionistica (e gelida) ricostruzione fedele degli eventi e del passato, disegnando impeccabilmente stati d’animo e stati sociali. E il risultato è che nel perfetto meccanismo di Marsh manca il cuore e quell’irraggiungibile e speranzoso anelito di lieto fine. Uscita al cinema: 27 giugno 2013

 

Uomini di parola **1/2

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Pellicola nostalgica e senile, Uomini di parola (Stand Up Guys, 2013) mette in fila un cast d’autore e ne valorizza le singole qualità recitative. Succede tutto in una notte e, mentre Val (Pacino) esce di prigione dopo 30 anni, l’amico Doc (Cristophen Walken) è lì fuori ad attenderlo con il compito di ucciderlo. Uomini di parola vive di toccante nostalgia e ricorda i bei tempi andati, ma non tutto film riesce a sorreggersi sulle larghe spalle dei due “mostruosi” interpreti. Difatti, se nella seconda parte il concept si sviluppa in modo compiuto (ricordi di un passato che non tornerà e consapevolezza di un futuro prossimo al campo santo) e mette in scena una sceneggiatura ben realizzata, diversamente nella prima parte l’opera diretta da Stevens si trascina e mette a fuoco diversi stereotipi, che rimandano in modo indelebile alla filmografia dei due protagonisti. Il regista dilata spazio e tempo (scelta che rischia di annoiare) e gli scambi di battute tra Pacino e Walken rischiano di farsi progressivamente esili. Tuttavia l’amicizia trentennale riaffiora sequenza dopo sequenza e rimpianti e ricordi “rubano” spazio, di fronte alla macchina da presa, a primi piani dedicati ai protagonisti della pellicola. Stevens, pur rischiando di inciampare in qualche trappola narrativa, ne esce vincitore. Perché la classe non è acqua e l’esperienza insegna. E Pacino e Walken (con il fugace aiuto di Arkin) sono i magistrali interpreti di un passato irrecuperabile e rancoroso, elemento che caratterizza una pellicola semplice e malinconica. Uscita al cinema: 11 luglio 2013

 

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Epic – Il mondo segreto ***

Favola ecologica di formazione, Epic – Il mondo segreto (Epic, 2013) dimostra di avere un’enorme fascino. Tuttavia l’estatica e magica piacevolezza tende a catturare lo sguardo dei più piccoli, ma non dei loro, adulti, accompagnatori. Difatti la pellicola parte da un’idea non molto originale (la protagonista Mary Katherine è una ragazza a cui è morta la madre e che è costretta a vivere con il padre strampalato; decide di andare via di casa, ma si ritrova, suo malgrado, catapultata in un piccolo mondo, nel quale le forze del male e del bene lottano per la sopravvivenza della foresta), che viene sviluppata in un intreccio prevedibile e assolutamente lieto. Tuttavia l’impianto narrativo risulta solido e privo di sbavature. Questo grazie a un buon ritmo e a una delineazione caratteriale interessante e compiuta, che scava a fondo nel background motivazionale dei protagonisti. Inoltre in aiuto arriva una tecnica ragguardevole (e un buon 3D) e la volontà (come nelle migliori opere di formazione) di insegnare qualcosa. Tuttavia si è di nuovo di fronte alla lotta ancestrale tra bene e male e, in questo caso, tra fioritura e marciume. E allora come può l’adulto riuscire ad appassionarsi nuovamente a pellicole che paiono essere fuoriuscite da una fotocopiatrice? Sicuramente facendosi cullare dalla leggerezza narrativa e dai personaggi di contorno, che sanno regalare qualche risata in più e meno serietà ecologica. Uscita al cinema: 23 maggio 2013


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