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VISIONI SPARSE: Pain & Gain – Muscoli e denaro, Una notte da leoni 3, Wolverine – L’immortale

Creato il 24 agosto 2013 da Ussy77 @xunpugnodifilm

48965Pain & Gain – Muscoli e denaro ***

Michael Bay si stacca dalla saga Transformer, torna a Miami e realizza una dark comedy che prende spunto dalla realtà e stigmatizza il sogno americano. Pellicola steroidea che mette in mostra tre personaggi pericolosamente stupidi, Pain & Gain – Muscoli e denaro (Pain & Gain, 2013) è il film che non ti aspetti, vedendo il cast che vi partecipa (Wahlberg e The Rock su tutti). Autoironico, grottesco e sopra le righe, il film diretto da Bay raggiunge l’obiettivo prestabilito: dimostrare come l’american dream travisato possa essere pericoloso. Non importa se alcune sequenze ricordano Bad Boys e Bad Boys 2 (tornando a Miami il regista tende a ricalcarsi), Pain &Gain – Muscoli e denaro stranamente convince. Le premesse non parevano ottime e forse proprio per questo motivo l’intrattenimento grottesco costruito da Bay è il perfetto linguaggio che calza a pennello sul trio protagonista. Monologhi fuori campo, qualche flashback e diverse riprese ardite sono gli stilemi caratteristici dello stile registico che contraddistingue Bay e che accompagna rapimenti, tentati omicidi e smania di denaro da parte di Lugo, Doorball e Doyle. Lo spettatore è messo in guardia dalle prime immagini (si può immaginare da subito come la vicenda andrà a finire) e il regista invita il pubblico a non parteggiare per loro, anzi lo spinge a osservare l’assurdo e rutilante progredire della vicenda. È una storia vera e Bay lo sottolinea più di una volta perché la stupidità è pericolosa, soprattutto se pompata inverosimilmente da steroidi e cocaina. Uscita al cinema: 18 luglio 2013

 

Una notte da leoni *1/2

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Terzo e ultimo capitolo sulle peripezie di Phil, Stu e Alan, Una notte da leoni 3 (The Hangover Part III, 2013) è l’epitaffio di una saga, che ha superato le più rosee aspettative. Difatti se i primi due capitoli, sfruttando l’identica formula e cavalcando l’onda della comicità di Zach Galifianakis e Ed Helms, avevano sbancato e convinto il pubblico, il terzo episodio sbanda pericolosamente. Allontanandosi dalla ricetta principale, Phillips sbaglia e costruisce una pellicola più lineare, che abusa del personaggio di Chow e relega i tre protagonisti quasi a dei comprimari. Si torna a Las Vegas e qualche sequenza (con protagonista Alan) strappa ancora qualche risata, ma nel complesso il film, sfruttando qualche rimando alle pellicole precedenti, non è così accattivante e convincente. L’impressione è che, volendo costruire qualcosa di diverso, Phillips perda il suo touch e che il feeling con il pubblico ne risenta parecchio. Non si ride a squarciagola, anzi il regista strappa limitati sorrisi e qualche sbadiglio di troppo. Non basta esasperare il personaggio di Alan (sempre più stupido) per convincere un pubblico, che casualmente ride in modo incontrollato solo dopo i titoli di coda, ovvero nell’appendice godereccia di una notte da “dimenticare”. Phillips delude le aspettative e si affida agli esordi, nei quali vicende demenziali e personaggi esasperati erano i padroni indiscussi della sua filmografia. Uscita al cinema: 30 maggio 2013

 

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Wolverine – L’immortale **1/2

Probabilmente il più oscuro della serie, Wolverine – L’immortale (The Wolverine, 2013) vede nuovamente Jackman nei panni dell’x-man d’adamantio e sicuramente lo vede misurarsi di nuovo con i suoi muscoli, i suoi artigli, ma anche con le sue idiosincrasie, che si manifestano in modo idilliaco in sogni a occhi aperti, nei quali viaggia indietro nel tempo o vede apparire l’ex-amante Jean per colpevolizzarlo, dolcemente, di averla uccisa. Questa volta osserviamo l’eroe in Giappone: per la prima volta Wolverine (sempre più Logan dopo essersi allontanato dal gruppo X-Man) appare in evidente difficoltà fisica. Difatti l’immortale eroe Marvel rischia la morte e spesso si trascina dolorante per le vie delle cittadine del paese del Sol Levante. E le difficoltà del protagonista si ripercuotono sulla pellicola, che a tratti scivola sulla mancanza di ritmo narrativo e di ironia, normalmente immancabile nei film con protagonista Wolverine. Deludente è anche un finale che vede scontrarsi la fisicità tutta occidentale di Wolverine con i movimenti ninja (e scattanti) di un robot (l’ultimo livello di un film che procede principalmente per step) parecchio insoddisfacente. Nonostante qualche inciampo narrativo e un sensibile allontanamento dal fumetto (che non aiuta), Wolverine – L’immortale, effettuando una convincente commistione tra azione (tutta muscoli e adamantio) e wuxia-pan, è un film godibile e non, pienamente, disprezzabile. Uscita al cinema: 25 luglio 2013


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