Quando noi arriviamo, il sole illumina la facciata creando uno splendido contrasto di luci tra il verde del prato antistante l'ingresso e la tipica colorazione panna della pietra concia della Majella con la quale è stato realizzato l'edificio.
Serramonacesca, Abbazia di S. Liberatore a Majella
Una volta entrati ci accorgiamo che alcune persone stanno allestendo gli ultimi preparativi per un matrimonio che sarà celebrato da lì a poco. Ammiriamo ciò che rimane degli affreschi sulle pareti e lo splendido pavimento mosaicato nella navata centrale.
Serramonacesca, Abbazia di S. Liberatore a Majella, interno
Serramonacesca, Abbazia di S. Liberatore a Majella, affresco
Serramonacesca, Abbazia di S. Liberatore a Majella, ambone
Proprio accanto all'ingresso della chiesa, sulla sinistra, parte un comodo sentiero che in pochissimi minuti conduce alle sottostanti Gole dell'Alento. Il luogo è davvero suggestivo e ben presto raggiungiamo l'alveo del fiumiciattolo superando piccoli ponti all'interno di una vegetazione rigogliosa. L'acqua scorre formando piccole cascate facendosi strada tra rocce ricoperte dal muschio.
Serramonacesca, Gole dell'Alento
E' il luogo ideale in una tipica giornata estiva per beneficiare di un po' di refrigerio. Siamo ormai giunti al complesso delle tombe rupestri di S. Liberatore, cinque piccole caverne che corrispondono a tre tombe scavate nella roccia, una piccola nicchia e una cappellina. Sfortunatamente nell'area non ci sono cartelloni esplicativi.
Sulla sinistra tombe rupestri Continuare lungo il sentiero per un'altra mezz'ora consentirebbe di raggiungere la Torre di Polegra, ciò che resta di un castello di origine longobarda. Preferiamo riprendere la nostra auto e seguire le indicazioni per raggiungere il poco distante eremo di S. Onofrio. Giunti a un bivio, è necessario imboccare sulla sinistra una via sterrata per qualche centinaio di metri. Oltre uno spiazzo non è possibile proseguire e si è costretti a parcheggiare. All'altezza di una capannina dell'Enel comincia un facile sentiero pietroso poco riparato dal sole che in circa venticinque minuti di cammino conduce all'eremo.
Serramonacesca, flora e fauna
Lungo il percorso incontriamo un gruppo di scout che ci ha preceduto di qualche minuto. Costruito in una posizione suggestiva, al di sotto di un masso roccioso, l'eremo è disposto su due livelli, la chiesa e la parte abitativa.
La chiesa presenta al suo interno, in una piccola nicchia sopra l'altare, la particolare statua di Sant'Onofrio, coperto soltanto dalla barba e dai suoi lunghi capelli.
Ai lati, due porte conducono ad un piccolo ambiente scavato nella roccia considerato dalla tradizione luogo di riposo del santo. La pietra è oggetto del rito di strofinamento da parte del pellegrino per le sue doti taumaturgiche. All'ingresso della chiesa una corda che scende dal soffitto consente di suonare le piccole campane.
Lungo la strada che dall'eremo conduce all'abitato di Serramonacesca è possibile beneficiare di alcune vedute sui ruderi del Castel Menardo, una fortezza medievale posta sul Colle Ciulmina. Costruita per volere di Carlo Magno fu posta a difesa della vicina Abbazia di San Liberatore a Majella. Ne approfittiamo per scattare qualche foto.
Manuel Santoro.